Teleriscaldamento e distretto delle energie rinnovabili: l’esempio di Tirano in Valtellina

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Al centro del sistema di teleriscaldamento entrato in funzione a Tirano, in Valtellina, nell’ottobre 2000, ci sono le caldaie della centrale TCVVV situata poco fuori dal centro abitato. I bruciatori vengono alimentati dal “cippato”, ottenuto triturando biomassa, cioè gli scarti derivanti dalla pulizia dei boschi e del verde urbano e dalle lavorazioni svolte nelle segherie della zona. Un combustibile rinnovabile, che riduce molto la quantità di CO2 immessa nell’aria.

Dalla centrale parte acqua calda a 85° C, diretta alle abitazioni di Tirano, dalle quali ritorna più fredda (60° C), in un ciclo continuo che, in dieci ha fatto risparmiare circa 52 milioni di litri di gasolio. La centrale di teleriscaldamento di Tirano produce anche energia elettrica, sia con la biomassa, sia con un impianto fotovoltaico.

Utile a migliorare la qualità dell’aria e a favorire la buona manutenzione dei boschi, il sistema ha creato tutto un indotto di piccole imprese. Tanto che ormai si parla di “distretto delle energie rinnovabili”.

In tutta Italia sono oltre ottanta gli impianti di teleriscaldamento già attivi e una trentina le centrali a biomassa per la produzione di energia elettrica.


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