Che cosa sono i RAEE? Come smaltirli?

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La sigla RAEE sta per ‘rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche‘; in inglese si chiamano WEEE (waste of electric and electronic equipment) oppure semplicemente e-waste, termine che si potrebbe tradurre in italiano con ‘rifiuti elettronici‘.

I RAEE costituiscono un enorme problema per l’ambiente, poiché contengono sostanze tossiche e non biodegradabili, che li rendono inadatti alle discariche e ai termovalorizzatori (quelli che popolarmente vengono chiamati inceneritori). Sono rifiuti composti anche da vetro e metalli come rame, ferro, acciaio, alluminio, argento, oro, piombo, mercurio, e le cosiddette terre rare, peraltro tutti assolutamente recuperabili.

I RAEE devono essere trattati in appositi centri appositamente attrezzati per la loro messa in sicurezza o bonifica (asportazione dei componenti pericolosi), per lo smontaggio dei componenti e una prima separazione dei materiali e infine la lavorazione meccanica volta a recuperare le sostanze recuperabili.

Il riciclo degli apparecchi elettrici ed elettronici è conveniente sotto tutti gli aspetti – ambientale ed economico: i RAEE contengono una vasta gamma di materiali che possono essere separati e riciclati per l’utilizzo in nuovi prodotti, con grande risparmio di risorse ed energie. Al contrario, il conferimento in una discarica provoca la fuoriuscita di sostanze pericolose che contaminano il suolo e l’acqua, con danni per la fauna e la salute umana.

Le normative europee riguardo allo smaltimento dei RAEE sono molto rigide: per facilitare questo compito i costruttori di apparecchi elettrici ed elettronici hanno creato dei consorzi tra i quali Re.Media, Ecodom, Ecoelit, Ecolamp, Ridomus ecc. Esistono inoltre aziende specializzate nella raccolta e nel trasporto dei RAEE (si parla in questo caso di ‘logistica inversa‘) e del loro trattamento.

Come avviene il riciclo dei RAEE

L’Unione Europea ha stabilito che la percentuale di apparecchiature elettriche ed elettroniche (ovvero di RAEE) da raccogliere e riciclare dovrà salire di anno in anno. L’azione di riciclo ha permesso alle amministrazioni locali di risparmiare diversi milioni di euro sullo smaltimento in discarica e alle aziende preposte al riciclo di recuperare materie prime altrettanti milioni di euro.

Oggetti come ferri da stiro, tostapane e telefoni cellulari sono spesso dimenticati sugli scaffali e nei cassetti per lunghi anni, mentre un’opportuna azione di riciclo potrebbe rimetterli “in uso” sotto forma di oggetti diversi. Una console per videogiochi, ad esempio, può contenere acciaio e parti di metalli preziosi come oro, argento, platino e palladio. Un telefono cellulare contiene oro, platino, palladio e zinco. Anche le sigarette elettroniche sono rifiuti RAEE.

Ecco, a grandi linee, come avviene il processo di riciclaggio dei RAEE:

* Dopo la raccolta, il materiale viene portato in un impianto in cui gli elettrodomestici vengono trinciati in minuscoli pezzi;
* Grazie all’utilizzo di potenti magneti, vengono separati i metalli ferrosi come l’acciaio;
* Gli altri metalli (come l’alluminio) vengono separati mediante l’utilizzo di correnti elettroniche;
* Le parti in plastica vengono suddivise in varie tipologie utilizzando metodi come i raggi infrarossi e la separazione per densità.
* Ogni singolo materiale viene poi ri-lavorato per la produzione di nuovi oggetti. Ad esempio, lo zinco è usato nella costruzione di navi o per il rivestimento di inferriate e lampioni. L’oro e l’argento possono ovviamente diventare un gioiello e la plastica può essere riutilizzata per costruire strumenti musicali.

Tutto farebbe pensare che ci siano soltanto vantaggi nel riciclo dei RAEE. Ricordiamo però che gli oggetti ancora funzionanti possono essere benissimo riparati a dovere riutilizzati ed esistono molte organizzazioni che sono ben liete di ritirarli.

Fermare lo smaltimento illegale dei RAEE

Lo smaltimento di questi rifiuti RAEE può prendere due strade ben diverse tra loro, nelle quali la scelta del cittadino è fondamentale.

Per il circuito virtuoso esistono varie possibilità: la prima è il conferimento dei rifiuti tecnologici preso l’isola ecologica della propria città oppure il ritiro a domicilio da parte dell’azienda comunale che gestisce i rifiuti. Un’altro tipo di raccolta eco-friendly è quella presso i negozi di elettrodomestici, nei quali, acquistando un nuovo apparecchio si può consegnare il vecchio facendolo ritirare dal negoziante senza costi aggiuntivi.

La via di smaltimento illegale, è invece purtroppo quella presa dal 50% dei RAEE in Italia. La prima scelta sbagliata è lo smaltimento “indifferenziato” nel sacco della spazzatura di casa: i rifiuti tecnologici prenderanno così la strada dell’inceneritore o quella delle discariche insieme agli altri rifiuti urbani, producendo inquinamento, invece di produrre ricchezza. L’altra tragica filiera è quella dell’abbandono nei campi o nelle campagne, con conseguenze tragiche per l’inquinamento di suolo e acque. La terza strada che purtroppo viene spesso imboccata è quella in cui rientrano le ecomafie, che trafficano grandi flussi di RAEE dirottandoli via mare verso paesi con economie emergenti o in via di sviluppo, dove il trattamento dei rifiuti è effettuato senza alcuna protezione per la salute degli operai che li maneggiano, senza protezioni contro le sostanze pericolose e senza tutele per l’ambiente.


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