Pro e contro dei bioshopper, i sacchetti ecologici in Mater-Bi

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Finalmente è arrivata la fine per i sacchetti di plastica, che dall’anno prossimo verranno sostituiti da shopper ecologici biodegradabili realizzati con materiali di origine vegetale.  Dal 1 gennaio 2011, infatti, una direttiva della Legge Finanziaria, che doveva entrare in vigore già l’anno scorso, eliminerà in Italia, come stabilito dalla norma europea EN 13432, la produzione e la commercializzazione dei sacchetti di plastica  in tutti i supermercati. Questi da ora in poi dovranno utilizzare shopper di carta, di stoffa, o di Mater-Bi, il “rivoluzionario” materiale biodegradabile, brevettato in Italia da Catia Bastioli, con cui sono prodotti (precisamente dall’azienda Novamont di Novara) i cosiddetti bioshopper. Il Mater-Bi è  ricavato da amido di  mais, patate e olii vegetali. Gli shopper bio sono elastici e resistenti come la plastica ma biodegradabili e compostabili.

Molte però sono le perplessità espresse dai consumatori e dalle aziende riguardo all’uso di questi sacchetti di nuova generazione. Riassumendo al massimo, possiamo dire che i vantaggi dei bioshopper sono:

  • il fatto di avere praticamente le stesse caratteristiche merceologiche della plastica;
  • il fatto di poter essere utilizzati due volte: sia per il trasporto della spesa che  per la raccolta differenziata;
  • la loro biodegradabilità, che si completa nel giro di 3 mesi al massimo e rappresenta una garanzia di minore impatto ambientale. Vengono i brividi a pensare che uno dei miliardi di sacchetti di plastica già prodotti sul pianeta impiegherà due secoli per autodistruggersi.

Questi invece gli svantaggi riscontrati dai consumatori:

  • i bioshopper sono più piccoli dei sacchetti in polietilene o  in polipropilene;
  • alcune buste biodegradabili (non precisamente quelle fatte di Mater-Bi) sono comunque arricchite con prodotti chimici di sintesi (pigmenti di colore e plastificanti per renderle più resistenti);
  • sono meno resistenti e si lacerano con frequenza;
  • costano di più (circa 10 cent invece dei 5 per i sacchetti di plastica);
  • hanno un odore sgradevole.

In un’ottica di riciclo e di rispetto per l’ambiente, i bioshopper possono essere utilissimi in questa fase di transizione.  Ma l’obiettivo finale a cui dovremmo tendere è l’eliminazione pressoché totale dei sacchetti usa e getta, da sostituire con borse e sporte realizzate in tessuto naturale come cotone, canapa e juta, non soltanto per fare la spesa, ma anche per fare da ‘navetta’ tra la nostra casa e i cassonetti della raccolta differenziata ‘secca’ (carta, vetro, plastica ecc.).

Per approfondire: Qualche chiarimento sul processo di produzione delle bioplastiche.

2 commenti su “Pro e contro dei bioshopper, i sacchetti ecologici in Mater-Bi”
  1. saint andres ha detto:

    Infatti bisogna mettere in testa alla gente che a fare la spesa biosgna andraci con i sacchetti propri, ma si sa la pigrizia e le abitudini sono tra le cose più difficili da togliere 🙁

  2. FABBIANO NUNZIO ha detto:

    Non solo trovo che il costo di detti SACCHETTI BIO-DEGRADABILI è raddoppiato ( 0,1 €/cad.) rispetto ai sacchetti in plastica ma hanno due gravi inconvenienti :

    1- non resistono a niente : se non si fà attenzione si perde la spesa per strada

    2-Puzzano tantissimo

    chi ci ha guadagnato ?


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