Scarti del frantoio per olive: volendo non se ne perde nulla

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olio d olivaQuest’anno l’industria italiana dell’olio d’oliva è alle prese con un’annata difficile che ha ridotto la produzione di olive di quasi il 50%. Colpa delle pessime condizioni climatiche e di alcune malattie degli olivi che portano a una riduzione del giro d’affari del settore. La crisi però può anche diventare un’opportunità per le aziende di andare nella direzione di sfruttare e valorizzare al massimo ogni scarto della lavorazione per ridurre o azzerare le spese di smaltimento dei rifiuti e giungere finalmente a una produzione agricola a impatto zero. Una scelta di un certo peso anche per l’intera economia italiana, considerando il fatto che, in annate ‘normali’ l’Italia è insieme alla Spagna il maggiore produttore di olio d’oliva al mondo.

Ecco quali sono i principali processi produttivi che possono attivare gli scarti del frantoio:
* essiccazione e macinatura del nocciolino delle olive, che diventa un combustibile non inquinante;
* essiccazione della polpa dell’oliva e suo utilizzo come integratore alimentare per gli allevamenti di bovini o suini oppure come compost per la fertilizzazione ecocompatibile dei terreni;
* uso delle acque di vegetazione contenute all’interno delle olive come fertilizzanti agricoli;
* utilizzo delle acque di vegetazione per l’estrazione di polifenoli per farmaci antinfiammatori, integratori alimentari antiossidanti e cosmetici.


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