L’importanza delle foreste di pini nelle zone semi-aride per l’assorbimento della CO2

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Secche, ma fruttuose, questo l’eloquente titolo di un articolo pubblicato dal professor Dan Yakir del Weizmann Institute of Science sull’importanza della vegetazione nelle zone semi-aride per ridurre il riscaldamento del Pianeta.

Boschi e foreste, come tutti sappiamo, assorbono l’anidride carbonica contribuendo alla riduzione della temperatura del globo. Possono essere definiti come “pozzi naturali di carbonio”. Dalle lunghe ricerche del team guidato dal professor Yakir condotte mediante la registrazione di dati in una stazione FluxNet nella Foresta Yatir, ai margini del deserto del Negev in Israele è emerso che una vegetazione costituita da pini in una zona semi-arida è un pozzo di carbonio straordinariamente veloce ed efficace, ancora più di quanto potrebbero essere delle foreste analoghe nelle zone a clima temperato o freddo. Risulta infatti che queste aghifoglie riescono ad assorbire una grande quantità di radiazioni solari, molto maggiore di quella dei cespugli e dei rovi delle zone nei pressi del deserto.

Il bilancio energetico delle foreste in queste aree è più complesso di quanto si potrebbe immaginare, perché include sia meccanismi di raffreddamento che di riscaldamento. Le foreste ad esempio sono in grado di tenere fresco il terreno sul quale si trovano, ma è anche vero che gli aghi scuri (ovvero le loro foglie) intrappolano la radiazione solare e la rilasciano sotto forma di calore – più di quanto facciano le superfici sabbiose o rocciose del deserto. Richiedono acqua, ma grazie alle radici molto profonde estraggono dal terreno grande quantità di vapore che si disperde nell’aria, va a formare delle nubi e ritorna sul terreno sotto forma di precipitazioni. A conti fatti il bilancio è decisamente in attivo rispetto alle zone lasciate in uno stato di aridità.

Le foreste delle zone semi-aride coprono all’incirca il 17% della superficie terrestre e funzionano da importanti stabilizzatori climatici. La piantumazione su larga scala del giusto tipo di alberi su aree finora trascurate negli sforzi per il rimboschimento (soprattutto nelle zone steppose come il Sahel in Africa e vaste zone dell’Australia settentrionale) potrebbe avere un’influenza decisamente positiva sul clima e contrastare in maniera significativa il riscaldamento del pianeta prodotto dall’uomo. Anzi, secondo le simulazioni effettuate da questa équipe israeliana, una piantumazione su larga scala concentrata su queste aree potrebbe riuscire da sola ad assorbire il 10% della CO2 nell’atmosfera e a provocare un significativo abbassamento della temperatura della Terra nel giro di soli sei anni.


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