Ci sono dei vantaggi ambientali nello shopping online?

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Un anno fa, alla fine del 2019, le ricerche dicevano che in Italia gli utenti trascorrevano circa sei ore al giorno navigando su Internet. Con la pandemia e il lockdown possiamo immaginare che questa media temporale si sia sicuramente allungata.

Gran parte del tempo trascorso sui browser è riservato alla lettura dei quotidiani, alla ricerca di informazioni utili, ovviamente alle attività sui social network, alla visualizzazione di videoclip e serie tv, seguiti dai videgiochi online e dai casinò virtuali, come Voglia Di Vincere casinò online, servizi sempre più spesso fruibili anche dai device mobile. Ma è ovvio che la parte del leone la fanno le attività legate all’e-commerce. E dal punto di vista del bilancio ambientale la questione è estremamente controversa.

I contro del commercio online sotto il profilo ecologico

I detrattori del commercio online adducono molte valide ragioni secondo le quali questa pratica sarebbe assai poco ecocompatibile. Ecco un elenco succinto delle critiche più frequenti (limitandoci alle questioni ambientali e lasciando per un attimo da parte quelle economiche e sociali, che pure hanno la loro rilevanza):

  • I tempi di consegna espressa richiesti dai clienti obbligano il venditore a frazionare l’invio in più tranches, moltiplicando le corse dei corrieri (e con essa la produzione di gas nocivi)
  • Molte consegne non vanno a buon fine al primo tentativo
  • Una grossa percentuale della merce (soprattutto abbigliamento) viene restituita, generando ulteriori movimenti per il trasporto e quindi la produzione di gas serra
  • Molte aziende preferiscono distruggere le merci rispedite indietro dal mittente perché il loro recupero sarebbe più costoso del macero
  • La vendita per corrispondenza impiega spesso una quantità spropositata di imballaggi (infinitamente maggiore di quella prodotta dai negozi sul territorio)

I vantaggi ambientali del commercio online

I difensori dell’e-commerce adducono però altre ragioni che conviene valutare con altrettanta attenzione. Eccone alcune:

  • L’e-commerce massimizza l’efficienza dei trasporti, poiché acquirenti e venditori acquistano e vendono dalla propria casa o sede
  • I servizi di consegna dei migliori corrieri espresso sono nel complesso più efficienti dei veicoli individuali che si spostano verso e da un negozio sul territorio o un centro commerciale per effettuare acquisti di piccola o media grandezza (secondo alcuni studi circa il 65% delle emissioni totali generate dal modello tradizionale di vendita al dettaglio deriverebbe dal trasporto dei clienti)
  • Il commercio online in sostanza dematerializza il processo di vendita al dettaglio, riducendo i consumi derivanti dalla gestione di un negozio

Emissioni a confronto

Entrambi i modelli commerciali esaminati (online e offline), producono emissioni di gas climalteranti. Per i rivenditori tradizionali sul territorio, la maggiore percentuali di emissioni è derivante dal trasporto (80%), mentre per i rivenditori online è causata dal packaging (65%).

La soluzione: trovare un equilibrio

Gli aspetti del commercio online che attraggono principalmente i consumatori sono la comodità e la possibilità di scegliere tra un’offerta pressoché infinita di prodotti, marche, stili e prezzi. Dal punto di vista prettamente ambientale il modello di business più sostenibile sarebbe la combinazione di negozi sul territorio e di negozi e store online, con una sempre maggiore razionalizzazione dei flussi di trasporto e della logistica. Questo tipo di equilibrio riuscirebbe a limitare la produzione di CO2 e al contempo a migliorare l’esperienza del consumatore.


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