Tecnologie per indurre la pioggia: la proposta di Weather Modification
Di NicolettaWeather Modification International è una società con sede nel North Dakota (USA), specializzata nell’utilizzo di aerei che rilasciano all’interno delle nubi delle sostanze chimiche capaci di indurre una maggiore quantità di pioggia.
La tecnica del cloud seeding esiste da circa cinquant’anni, ma con i cambiamenti climatici in atto e la crescita della popolazione mondiale richiede più che mai dei perfezionamenti e un aumento degli interventi. Si ritiene che entro il 2025 due terzi della popolazione mondiale si troveranno ad affrontare la carenza idrica – per questo motivo è necessario investire molto di più in questa soluzione.
La tecnologia in questione rileva le nuvole con elevata umidità e le “aiuta” ad accelerare il processo di caduta della pioggia. Non crea la pioggia dal nulla, poiché non è in grado di far comparire delle nubi dove non ve ne sono. In pratica viene iniettata nelle nuvole una piccola quantità di una sostanza chimica inerte, una miscela di ioduro d’argento e acqua: la nube si condensa attorno alle nuove particelle e diventa pesante, per poi rilasciare l’acqua sotto forma di precipitazione.
Secondo Weather Modification sarebbe opportuno concentrarsi soprattutto sulla produzione di neve, che a differenza della pioggia si scioglie lentamente, alimentando torrenti e fiumi in maniera graduale. Secondo i calcoli la nuova tecnica potrebbe servire a fare aumentare l’accumulo di neve e precipitazioni tra il 10% e il 20%.
Chi crede molto in questo tipo di progetti sono le aziende proprietarie di centrali idroelettriche. Una società di questo tipo dell’Idaho ha investito più di 3 milioni di dollari in un programma di inseminazione delle nuvole per incrementare il manto nevoso nelle montagne più alte di quello stato, raggiungendo un incremento del 8% al 15% nella quantità di neve – che in soldoni si è tradotto nell’approvvigionamento elettrico di 60.000 famiglie in più rispetto alla situazione “naturale”.
Naturalmente restano degli interrogativi irrisolti sull’impatto a lungo termine del cloud-seeding e sugli eventuali effetti negativi della ricaduta di ioduro d’argento per il pianeta.
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