Inaugurato a Brindisi il primo impianto a tecnologia CCS (carbon capture and storage)

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Bruciare carbone riducendo al minimo le emissioni di anidride carbonica, l’agente che maggiormente incide sull’aumento della temperatura del Pianeta. Questo è l’obiettivo della ricerca degli scienziati e tecnici dell’Enel che hanno predisposto a Cerano (provincia di Brindisi), nella centrale a carbone più grande d’Italia: è stato infatti inaugurato qualche giorno fa un impianto pilota per la cattura della CO2 attraverso il lavaggio dei fumi della combustione del carbone. L’anidride carbonica catturata verrà stoccata con la collaborazione dell’Eni in pozzi di metano esausti.

L’impianto, finanziato dall’Unione Europea, sarà replicato nella centrale di Porto Tolle (sul delta del Po) e potrebbe essere applicato anche in altre centrali a carbone nel mondo. Il ministero dello sviluppo tecnologico cinese, ad esempio, ha già firmato un accordo con l’Enel per utilizzare questa tecnologia nei loro impianti. Se tutti gli impianti cinesi fossero dotati di questa tecnologia detta “carbone pulito”, nell’atmosfera sarebbero riversati 100 milioni di tonnellate di CO2 in meno.

Il progetto è visto con favore anche dalla comunità locale, interessata a coniugare la sostenibilità ambientale con la creazione di posti di lavoro.

 

 

 

1 commento su “Inaugurato a Brindisi il primo impianto a tecnologia CCS (carbon capture and storage)”
  1. irene ha detto:

    …prima di chiamarla ecologia informiamoci per favore….
    leggete il rapporto di greenpeace http://www.greenpeace.org/australia/resources/reports/climate-change/false-hope-why-carbon-capture


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