Il baratto, una passione low-cost e molto green

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baratto

Sono sempre più numerose le persone che cercano di fare a meno del denaro, non sempre per sola necessità, ma anche per una scelta etica, per il desiderio di passare da un’economia consumistica a un’economia di valore. E anche per evitare di produrre enormi quantità di rifiuti con oggetti fondamentalmente ancora buoni per l’utilizzo, anche se non nuovi di zecca. In quest’ottica, oltre che per l’acquisto dell’usato, può sorgere interesse per la pratica del baratto.

Il baratto è un’operazione di scambio bilaterale o multilaterale di beni o servizi fra due o più soggetti economici senza uso di moneta. Nel diritto civile italiano, il baratto viene classificato sotto la denominazione di permuta.

Per qualcuno nasce così: si organizza un trasloco e ci si rende conto dell’enorme quantità di roba inutilizzata che si possiede. Allora si contatta uno dei tanti siti di scambio, baratto o swapping. E si scopre con piacere che mediante il baratto si può vivere a basso costo: gli oggetti che non servono alla persona A possono essere un tesoro prezioso per la persona B e viceversa.

baratto abbigliamento

I barter (ovvero gli appassionati di questa pratica) testimoniano che di solito si fanno degli scambi equi; anzi, si trovano anche persone generose che invitano a prendere in cambio qualcosa di più della prima proposta. Sui siti per il baratto non si scambiano soltanto oggetti, ma anche servizi, per esempio lezioni o riparazioni.

E questo ci ricollega a un altro eccezionale modo per iniziare a dare valore a quanto esiste di più impalpabile: le banche del tempo. Qui ci si iscrive e ci si mette a disposizione per offrire ad altri le proprie competenze o capacità: per esempio, una baby-sitter può scambiare il proprio lavoro con quello di un cuoco, un decoratore con la stiratura delle camicie, e così via.

Un’altra possibilità di scambio è quella legata alle vacanze: è possibile sia essere ospitati in strutture ricettive e pagare con ciò che si sa fare (lavare piatti, erba) o con oggetti di valore, oppure effettuare un vero e proprio scambio casa nel quale si offre la propria abitazione ad altri utenti, in cambio dell’ospitalità nella loro casa. In questo modo si tagliano totalmente i costi del soggiorno e restano solo quelli del viaggio, del cibo e dei divertimenti.

Gli swap party, le feste del baratto

swap party

Gli affari migliori si fanno negli swap party, ovvero delle feste casalinghe incentrate sul baratto.

Un pomeriggio o una sera a casa con le amiche, con uno scambio di abiti e accessori: questo è lo swap party, una maniera semplice, ecologica e divertente per rinnovare il proprio guardaroba senza spendere nulla. Le regole del “gioco”, inventato a New York vari anni or sono, impongono che non si venda assolutamente nulla: si scambia, si baratta un capo o un accessorio per un altro. Una forma di consumo responsabile che permette di dare una seconda vita a ciò che giace dimenticato negli armadi.

Barattare non significa necessariamente sbarazzarsi di capi fuori moda o consunti. Un’altra regola imprescindibile dello scambio è infatti l’alta qualità di ciò che si propone. L’essenza dello filosofia dello swapping sta nel recupero, nel riuso intelligente di indumenti nuovi e seminuovi. Negli swap party si incontrano perciò etica, glamour e risparmio: il desiderio di rinnovare il proprio look è appagato a costo zero.

Purtroppo sono ancora sporadici gli eventi fissi, come i mercatini del baratto. Questo anche perché il baratto non implica uno scopo di lucro e in questo senso non è visto di buon occhio dai commercianti. Tuttavia esistono già anche dei negozi in cui si possono barattare abiti di qualità, che altrimenti finirebbero sprecati in fondo all’armadio. E alcuni esercenti, vittime della crisi, stanno iniziando a interessarsi all’idea: possono barattare le loro scorte, il loro invenduto, se non altro per creare un utile solidale.

Scambiare oggetti e servizi a “buon rendere”

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L’idea geniale era venuta ad un sito Inglese, che purtroppo ha chiuso i battenti. Aveva creato un mercato virtuale gratuito, tutto dedicato al prestito di oggetti e servizi. I membri della community potevano dare o prendere in prestito oggetti per la vita quotidiana (utensili, materiale per lo sport, tende da campeggio, biciclette, giocattoli…), sia le proprie abilità in qualsiasi ambito (ripetizioni, giardinaggio…), che i propri spazi (un garage, una soffitta…).

Come funziona? Quando uno degli iscritti ha bisogno di qualcosa, ma non vuole spendere una follia, né sprecare tempo o cercare nuovi spazi in cui riporre oggetti poco usati, può dare un’occhiata a tutto ciò che si può avere in prestito dalla community. E, allo stesso modo, mettere a disposizione tutto ciò che non gli serve e continua ad accumulare polvere nella propria casa.

Ovviamente il tutto funziona se c’è onestà tra i membri, quindi è fondamentale lo spazio dei feedback dopo l’utilizzo di un bene o un servizio richiesto a un membro; oppure c’è la possibilità di richiedere un deposito cauzionale a garanzia dei propri oggetti o addirittura di stipulare una mini-polizza assicurativa, specialmente quando si tratta di articoli dal valore piuttosto alto (fotocamere, videocamere, accessori di moda).

Un’idea molto interessante che speriamo sarà di nuovo sviluppata!


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