Che cos’è una transition town?

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transition town

Una transition town (città di transizione) è un movimento comunitario che mira a costruire comunità locali resilienti e sostenibili. L’obiettivo principale è quello di affrontare la sfida del cambiamento climatico e della crisi energetica, attraverso un’azione diretta e concreta a livello locale.

Le transition town si concentrano su un cambiamento radicale nel modo in cui le comunità pensano, producono, consumano e gestiscono le risorse. Ciò comporta la promozione di una serie di iniziative, come l’adozione di fonti di energia rinnovabile, l’agricoltura urbana e la permacultura, la riduzione dei rifiuti e la creazione di economie locali più forti e resilienti.

Inoltre, le transition town incoraggiano la partecipazione attiva dei cittadini e delle organizzazioni locali, cercando di coinvolgere il maggior numero possibile di persone nella creazione di un futuro sostenibile per le loro comunità. L’obiettivo è quello di costruire una società più equa e giusta, in cui la qualità della vita sia migliorata per tutti i cittadini, e la natura sia rispettata e protetta.

Storia delle transition town

Le transition town (città di transizione) sono uno degli esperimenti sociali più interessanti a cui stiamo assistendo di questi tempi: una dimostrazione di come i cittadini, con un’azione che parte dal basso, possono trovare delle soluzioni alla crisi sistemica in cui ci troviamo attivando il “genio collettivo” e ragionando con un pensiero olistico che può fare la differenza.

La sfida delle transition town è stata lanciata nel 2005 dall’ambientalista inglese Rob Hopkins, esperto di permacultura che ha immaginato un futuro in cui i centri abitati potranno essere a impatto zero, superando la stretta della dipendenza sempre più ardua e costosa dalle fonti energetiche fossili ma anche la frammentazione sociale.

Una parola chiave nella filosofia che sta dietro le transition town è “resilienza“, ovvero la capacità di adattarsi consapevolmente ai mutamenti, l’adattamento costruttivo. Con la resilienza è possibile “abbracciare” le problematiche socio-ambientali che ci stanno di fronte tentando di attuare una trasformazione nel nostro atteggiamento. Per esempio, cessando di credere in un sistema che crede a una “crescita infinita” e passando a sostenere un sistema che invece sostiene la vita e l’ambiente.

Dall’Inghilterra e dall’Irlanda, il movimento delle transition town si è diffuso in molti paesi del mondo, tra cui anche l’Italia. Alcune delle città italiane che si sono aderite al movimento sono ad esempio Milano, Bologna, Torino, Firenze, Roma, Napoli e molte altre.

Monteveglio, prima transition town in Italia

Il primo comune italiano che ha scelto questa strada è Monteveglio, in Emilia, 20 chilometri a est di Bologna. La cittadina è un bel borgo medievale che conta circa 5000 abitanti. Dal 2008 nel comune è in atto un processo di transizione verso uno stile di vita che fa i conti con i cambiamenti climatici, la crisi del petrolio e la crisi dell’economia. L’amministrazione di Monteveglio ha accolto la sfida di trasformare un progetto di gestione tradizionale in uno sostenibile e lo ha fatto costruendo scuole a consumo zero, sensibilizzando la popolazione sull’uso dell’acqua pubblica, attivando la raccolta differenziata dei rifiuti porta a porta che ha permesso di elevare al 70% la percentuale di riciclo, promuovendo la produzione agricola per il consumo di verdura, frutta e carne a km 0, dando il permesso per la costruzione case passive in legno e via dicendo.

La transizione ha anche a che fare con una nuova idea di comunità dai risvolti molto pratici: abituarsi ad accogliere nella comunità ogni tipo di persona, consentendo a tutti di vivere in maniera piacevole, a prescindere dalle proprie posizioni.


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