Orti urbani e orti condivisi: i cittadini diventano sempre più spesso contadini

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orti urbaniCon la crisi economica che morde più che mai, stanno tornando in auge alcune sane attività dismesse nei decenni passati. Il 44% delle amministrazioni comunali italiane dei capoluoghi di provincia ha già destinato alla funzione di orti urbani i terreni pubblici inutilizzati e molte aree verdi disponibili, per un totale di 1.100.00 mq. E il fenomeno è in espansione – si stima che siano 21 milioni i nostri connazionali che, in un modo o nell’altro si dedicano a qualche forma di coltivazione – almeno sul proprio terrazzo. Ma la collaborazione tra pubblico e provato negli orti cittadini e negli orti condivisi è particolarmente encomiabile, poiché dà luogo a piccole oasi a ridosso dei nuclei abitati, spesso a due passi dal centro della città. Se ogni lembo di terra del nostro paese fosse coltivato, si tratterebbe di un’inestimabile opera di preservazione di aree altrimenti destinate all’abbandono e al degrado.

Ogni appezzamento è ottenuto siglando un contratto con il Comune o il Consiglio di zona. Di solito il documento obbliga a produrre cibo biologico, senza uso di diserbanti, insetticidi e simili. A Roma vengono normalmente assegnati 35 mq a ogni richiedente: un’area sufficiente per produrre verdura, frutta, erbe aromatiche e fiori a chilometri zero per una famiglia di 4 persone con un risparmio stimato in almeno 500 euro l’anno.

Per molte persone, di tutte le età è un enorme piacere trascorrere qualche ora al giorno immersi nella natura respirando l’odore della terra rimossa, annaffiando e lavorando sulle piante – tutto all’insegna del relax e della conquista di una migliore qualità di vita e perché no, anche acquisizione di una forma nuova di cultura e di conoscenza. La maggior parte dei neo-coltivatori inizia totalmente digiuna di nozioni agricole: si compensa studiando su manuali cartacei e siti web e chiedendo lumi ai conoscenti e agli altri ortolani più esperti.

E poi ovviamente c’è la soddisfazione di vedere crescere le piante e raccoglierne i frutti. E infine non bisogna dimenticare la dimensione socializzante e umanizzante di questa attività: incontrare i vicini ortolani è spesso una festa e non di rado un’occasione per scambiare prodotti abbondanti nel proprio orto.

Per chi volesse imitare iniziative di questo tipo anche nella sua città, consigliamo di chiedere alla propria amministrazione comunale una forma di “contratto” il più possibile agile e poco burocratico che fornisca tutte le indicazioni per permettere ai cittadini di utilizzare terreni di proprietà pubblica non utilizzati o sottoutilizzati.


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