Bolla del pesco: cos’è e come si cura

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Bolla del pesco

L’estate, si sa, porta tanto sole e colori vivaci che rallegrano le giornate di adulti e bambini ma non solo. Sì perché arricchisce anche le proprie tavole con tantissimi frutti di stagione ricca di acqua e zuccheri che noi tutti amiamo. Tra questi troviamo, ad esempio, le pesche. Ne esistono di diverse tipologie, ognuna con le proprie caratteristiche ma accomunate tutte da un problema che può affliggere l’albero da cui provengono: la cosiddetta bolla del pesco.

Si tratta, infatti, di una delle più conosciute e diffuse infezioni di natura fungina del pesco e che può compromettere l’intera raccolta di pesche nonché la salute stessa della pianta anche in modo permanente soprattutto se non si interviene in modo giusto e rapido con le apposite cure, così come viene evidenziato nell’articolo del Blog di Gogoverde.it.

Anche in questo caso un ruolo fondamentale è ricoperto dalla prevenzione. In particolar modo, esistono diversi trattamenti completamente biologici che preservano il benessere del pesco e riducono notevolmente il rischio della comparsa della malattia. Ma cos’è esattamente la bolla del pesco e quali sono le cure più efficaci? Scopriamolo insieme.

Cos’è la bolla del pesco e come riconoscerla

La bolla del pesco (nome scientifico Taphrina deformans) è una malattia causata da un fungo appartenente alla famiglia degli Ascomiceti e che è ormai diffuso in tutta Italia con una maggiore concentrazione della zona settentrionale. Le sue spore sono altamente pericolose per la pianta e proliferano soprattutto nel periodo più freddo dove le abbondanti piogge favoriscono la loro crescita e la loro dispersione nel terreno.

Tra i principali sintomi della malattia troviamo:

  • deformazione delle foglie: il nome della malattia è dato proprio dall’aspetto bolloso che caratterizza le foglie delle piante che ne sono affette. Le colorazioni variano molto e vanno dal giallo paglierino al rosso;
  • caduta dei fiori: questo fenomeno si verifica spesso quando la malattia colpisce il pesco nel periodo pre-primaverile. La caduta dei fiori indebolisce pesantemente l’albero e nei casi più gravi può portare al blocco di qualsiasi attività fotosintetica e quindi anche alla morte della pianta stessa.

Metodi efficaci di prevenzione

Per evitare che l’albero del pesco contragga la malattia denominata bolla del pesco è fondamentale evitare di offrire al batterio un terreno favorevole per la sua proliferazione e per farlo bisogna innanzitutto eliminare l’umidità in particolar modo sul tronco e sui vari rami. Bisogna quindi prestare particolare attenzione durante le fasi di irrigazione del terreno cercando di far andare l’acqua verso terra e non verso l’alto in direzione della parte alta dell’albero.

Anche la potatura, così come avviene per tantissime altre piante, ricopre un ruolo centrale nella prevenzione. Un pesco potato in modo ottimale, infatti, è caratterizzato da una chioma meno folta e quindi più illuminata e arieggiata.

Infine, è sempre consigliato ricorrere all’uso di sostanze completamente biologiche per nutrire il terreno e la pianta senza l’uso di prodotti chimici che possono indebolirla e/o provocare gravi danni non solo al pesco ma anche alle persone, agli animali e alle altre piante vicine. Tra i fungicidi naturali più diffusi e utilizzati in agricoltura troviamo, ad esempio, il rame e la propoli.

Per quanto riguarda l’uso del rame, è altamente consigliato effettuarlo nei mesi autunnali tra ottobre e novembre (in alcuni casi anche nelle prime settimane di dicembre). In questo periodo le piante perdono le loro foglie, il batterio non attacca più il pesco ed è possibile porre delle forti basi per la nuova annata. Il trattamento può essere effettuato in un’unica data o in più date frazionando il dosaggio.

Il secondo trattamento va svolto pochi mesi dopo, in particolare nei mesi di gennaio e febbraio ovvero poco prima dell’arrivo della primavera e quindi della nuova fioritura della pianta. Come anticipato in precedenza, si usa la propoli (una sostanza naturale prodotta dalle api) andando a ricoprire l’intera superficie del pesco in maniera uniforme.

Un altro metodo di prevenzione, anche se poco utilizzato nell’agricoltura biologica, prevede l’uso di un prodotto di natura chimica ma dal basso rischio per l’ambiente e per la salute dell’uomo: il polisolfuro di calcio.

Come si cura la bolla del pesco

Purtroppo non esiste ancora alcuna cura che riesce a eliminare la malattia una volta comparsa. Per questo motivo tutte le varie attività di prevenzione sono assolutamente importanti per evitare la sua comparsa e poter raccogliere delle pesche di ottima qualità.

Al contrario di quanto accade per altre malattie o per altri tipi di piante da frutto, la bolla del pesco può ripresentarsi svariate volte e sempre con la stessa pericolosità. Questo avviene soprattutto quando non si procede con la rimozione del fogliame caduto da una pianta già infetta o morta a causa della malattia. Le spore del parassita, infatti, restano silenti sulle foglie o nelle fessure del tronco e non appena piove con insistenza possono in qualche modo tornare a colpire la pianta a causa del vento o semplicemente dell’acqua assorbita dalle radici stesse.


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