I prodotti sfusi cominciano a prendere piede nei supermercati. Aspettiamo il boom

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Dopo la filiera corta, quella che arriva rapidamente dal produttore al consumatore, pian piano il mercato sta iniziando a pretendere che i prodotti siano venduti sfusi. Una volta “alla spina” si comprava soltanto la birra. Ora ci sono latte, detersivi, legumi secchi, cereali, pasta, riso, vino, caramelle e perfino pasta ripiena come i tortellini. Sono esenti i prodotti che per normativa devono essere sterilizzati: marmellate, olio (che però in Toscana viene già venduto sfuso) e talvolta il latte crudo, che è una materia molto delicata.

Si acquista senza packaging, riempiendo ai bocchettoni degli erogatori degli appositi sacchetti che poi saranno pesati, oppure comprando una volta per tutte per pochi cent il contenitore per cibi liquidi o detersivi che si torna a riempire quando necessario.

Sono tonnellate e tonnellate di imballaggi sotto forma di scatole e pacchetti risparmiati in un anno: secondo alcuni studi si stima un risparmio di 18 kg di rifiuti l’anno a persona. I prezzi sono moderati: si calcola circa 1 euro di risparmio per ogni chilo di prodotto. I vantaggi per i negozianti sono anche in termini di magazzino, perché i prodotti sfusi ingombrano meno di quelli imballati.

Molti negozi bio e supermercati hanno già da tempo un angolo con detersivi o prodotti alla spina, ma la scelta dovrebbe essere radicalizzata. Ora sta principalmente a noi consumatori indirizzare il mercato cercando e preferendo questi punti vendita che offrono merci sfuse. Possibilmente dando la preferenza a prodotti che non arrivano da lontano, ma a quelli che sono nati a qualche km di distanza.


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