Polietilene: che cosa bisogna sapere su una delle plastiche più diffuse

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Il polietilene (spesso abbreviato con la sigla PE) è una plastica resistente, con cui si fabbricano tubi e isolamenti dei cavi, ma anche imballaggi – soprattutto buste di plastica, casse per bottiglie d’acqua, posate di plastica, flaconi (per creme, detersivi e saponi), vaschette per alimenti di ogni tipo (ad esempio per lo yogurt).

Nella galassia delle materie plastiche il polietilene è una delle “migliori”, nel senso che il danno da essa procurato all’ambiente è inferiore rispetto ad altre, per i seguenti motivi:
* Il polietilene non contiene plastificanti, ovvero le sostanze chimiche che conferiscono al prodotto flessibilità ed elasticità.
* Il polietilene è più facile da riciclare rispetto ad altre materie plastiche .
* La produzione di polietilene richiede meno risorse.
* La maggior parte dei composti di PE possono essere bruciati senza generare gas nocivi (a parte la CO2).

Finora nessuno studio ha dimostrato che il polietilene possa essere tossico o dannoso per l’uomo in sé, ma sono in corso molte ricerche sulla microplastica, quelle particelle di dimensioni così ridotte che neppure gli impianti di depurazione riescono a filtrarle e che finiscono così direttamente in mare, vengono ingerite dai pesci ed entrano così nella catena alimentare.

Oltre alla microplastica derivante dalla degradazione della plastica abbandonata, bisogna anche tenere presente la presenza di queste particelle di polietilene in molti cosmetici come scrub, esfolianti e dentifrici con microsfere. Molte aziende hanno già preso l’impegno di evitare l’impiego di polietilene nei loro prodotti, ma in Italia l’uso non è ancora vietato: uno sguardo agli ingredienti sull’etichetta può essere sempre utile per evitare l’acquisto di prodotti contenenti polietilene.


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