Piante dell’orto, luce solare e ombra: che cosa bisogna sapere

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Dedicato a tutti coloro che sono alle prime armi con la coltivazione dell’orto e l’autoproduzione – un’esperienza magnifica che ci restituisce soddisfazioni a tutti i livelli dell’esistenza. Ma che, come ogni altra pratica, ha bisogno di un minimo di esperienza e di consulenza da parte di esperti di orticoltura, soprattutto nelle fasi iniziali.

Uno degli aspetti più importanti di cui occorre tenere conto è l’influenza della luce solare sulla crescita delle piante, che varia a seconda delle stagioni e in estate raggiunge ovviamente il culmine. L’esposizione ottimale di un orto è sempre al sole diretto, pieno, sull’intera superficie, poiché questa la condizione preferita da tutte le specie orticole – che sono eliofile, ovvero amanti del sole, a differenza delle piante di appartamento che sono sciafile, ovvero prediligono gli ambienti ombreggiati, con una luce di media intensità e soffusa.

Purtroppo non tutti i proprietari di orti possono scegliere quanto far durare il periodo di ombra, che dipende dagli edifici, dalle strutture e dagli alberi circostanti il terreno coltivato. Ma non per questo devono rinunciare a coltivare l’orto, tenendo presente che le piante hanno una tolleranza o sensibilità diversa all’ombreggiamento. Ad esempio:
* pomodori, peperoni, melanzane, angurie, meloni, zucche e piante aromatiche come il basilico necessitano di almeno 6 ore di sole; se le ore di ombra sono parecchie, queste piante ne soffrono, crescendo più lentamente e rallentando la produzione;
* piante come piselli, carote, cipolle, patate, fave possono tollerare da 4 a 6 ore di luce solare piena oppure crescere all’ombra di un albero dai rami non troppo fitti;
* le insalate e molte piante officinali o aromatiche (come il prezzemolo) e le radici come i rapanelli possono crescere bene anche con 3-4 ore di luce solare.

È anche importante disporre le piante in maniera da sfruttare al meglio la luce. Occorre trovare la giusta densità di impianto, ovvero l’equilibrio ottimale nel distanziare opportunamente le piantine tra loro in maniera da non sprecare terreno ma neppure da metterle nella situazione in cui si fanno ombra a vicenda. Si possono disporre in maniera tradizionale in filari, con piante o meno più vicine tra loro. Oppure è possibile piantarle o trapiantarle “a quinconce”, ovvero equamente spaziate ai vertici di immaginari triangoli isosceli. In questo modo intercetteranno più luce solare possibile e il mutuo ombreggiamento sarà ridotto al minimo.


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