L’impatto delle criptovalute sull’ecosistema globale

Di
impatto-criptovalute

Le criptovalute hanno suscitato molto interesse negli ultimi anni, sia per le loro potenzialità economiche e sociali, sia per i loro effetti sull’ambiente. In questo articolo esamineremo in profondità l’influenza delle crypto sull’ecosistema globale, affrontando le principali problematiche emerse e proponendo possibili soluzioni per rendere queste tecnologie più sostenibili. Analizzeremo gli elevati consumi energetici, le emissioni di CO2 e gli enormi quantitativi di rifiuti elettronici generati da alcuni processi alla base delle criptovalute, per poi delineare strategie e approcci innovativi in grado di mitigare tali impatti, conciliando innovazione digitale e tutela ambientale.

Il consumo energetico delle criptovalute

Uno degli aspetti più critici delle criptovalute è il loro elevato consumo energetico, dovuto principalmente al processo di mining, ovvero la creazione di nuove unità di moneta e la validazione delle transazioni sulla rete. Il mining richiede l’uso di computer potenti che devono risolvere problemi matematici complessi, in competizione tra loro, per ottenere una ricompensa in criptovaluta. Questo processo richiede una grande quantità di elettricità, che spesso proviene da fonti non rinnovabili, come il carbone o il gas naturale.

Secondo il Cambridge Bitcoin Electricity Consumption Index, il solo Bitcoin consuma circa 122 TWh di elettricità all’anno, più di molti paesi del mondo, come il Belgio o la Finlandia. Ogni transazione di Bitcoin richiede circa 1455 kWh di energia, quanto una famiglia americana media consuma in 50 giorni. Il consumo energetico del Bitcoin produce anche una notevole quantità di emissioni di anidride carbonica, stimata in circa 96 milioni di tonnellate all’anno, pari a quelle della Nuova Zelanda.

Non solo il Bitcoin, ma anche altre criptovalute popolari, come l’Ethereum o il Litecoin, hanno un impatto ambientale significativo, a causa del loro sistema di consenso basato sulla Proof-of-Work (PoW), che richiede molta potenza di calcolo e quindi energia. Questo sistema è stato ideato per garantire la sicurezza e la decentralizzazione della rete, ma ha anche dei costi elevati dal punto di vista ecologico.

Le soluzioni per rendere le criptovalute più sostenibili

Per ridurre l’impatto ambientale delle criptovalute, una serie di soluzioni sia tecnologiche che normative sono state avanzate. Un’opzione consiste nel passaggio a sistemi di consenso alternativi alla Proof-of-Work (PoW), come la Proof-of-Stake (PoS). Quest’ultima non necessita di mining, ma attribuisce il diritto di validare le transazioni in base alla quantità di moneta detenuta dai partecipanti. Questo approccio ha il vantaggio di diminuire in modo significativo sia il consumo energetico che le emissioni di CO2. È interessante notare che alcune criptovalute, come Cardano, Tezos o Ethereum 2.0, hanno già adottato la PoS o stanno pianificando di farlo.

Alternativamente, l’impiego di fonti di energia rinnovabile per alimentare i computer impegnati nel mining rappresenta un’altra potenziale soluzione. L’efficacia di questo metodo, tuttavia, dipende sia dalla disponibilità che dal costo dell’energia verde nei vari paesi in cui si svolge l’attività di mining. Progetti come Chia Network o Energy Web Token stanno cercando di promuovere l’utilizzo di energia pulita per il mining.

Infine, l’adozione di misure regolatorie per limitare o tassare l’attività di mining di criptovalute in base al loro impatto ambientale è un’ulteriore strategia proposta. Sebbene questa soluzione possa scoraggiare il mining nelle aree in cui l’energia è più inquinante o più costosa, c’è anche il rischio che possa frenare lo sviluppo e l’innovazione nel settore delle criptovalute. È da notare che alcuni paesi, come la Cina, hanno già adottato misure in questa direzione, come il divieto del mining di criptovalute nel 2021.

Le criptovalute più eco-compatibili

Oltre alle soluzioni già descritte, esistono criptovalute progettate fin dall’inizio per essere maggiormente eco-compatibili e sostenibili. Queste si basano su protocolli a basso consumo energetico che non prevedono mining o utilizzano sistemi alternativi alla Proof-of-Work. Tra le principali, vi è IOTA che mira a facilitare la comunicazione tra dispositivi IoT tramite il protocollo Tangle, una rete di nodi auto-validanti senza mining né ricompense, dai consumi energetici molto ridotti. Anche Hedera Hashgraph impiega un innovativo protocollo hashgraph per raggiungere elevate velocità e scalabilità, mantenendo sicurezza e decentralizzazione, con consumi inferiori a una lampadina e compensazione delle emissioni. Infine, Algorand si basa sul protocollo Pure Proof-of-Stake per una rapida e sicura convalida senza mining, ed è divenuta la prima blockchain carbon-negative grazie alla collaborazione con ClimateTrade per la compensazione del carbonio.

Criptovalute e sostenibilità: criticità e prospettive

Le criptovalute rappresentano un’innovazione tecnologica dal potenziale dirompente per il mondo della finanza e della società, ma devono affrontare rilevanti questioni sul fronte della sostenibilità e responsabilità ambientale. Sebbene le soluzioni in ambito tecnologico e normativo siano in continua evoluzione, è necessario compiere ancora importanti passi avanti per conciliare pienamente l’innovazione delle crypto con la tutela dell’ecosistema globale. Le criptovalute eco-compatibili dimostrano come sia possibile coniugare il progresso digitale con il rispetto ambientale, offrendo agli investitori consapevoli interessanti opportunità. La riflessione su queste problematiche e prospettive è fondamentale per guidare uno sviluppo delle criptovalute equilibrato e lungimirante.


Commenta o partecipa alla discussione
Nome (obbligatorio)

E-mail (non verrà pubblicata) (obbligatoria)

Sito Web (opzionale)

Copyright © Teknosurf.it, 2007-2024, P.IVA 01264890052
SoloEcologia.it – Consigli su ambiente e sostenibilità supplemento alla testata giornalistica Gratis.it, registrata presso il Tribunale di Milano n. 191 del 24/04/2009