È boom del minieolico: consigli per costruirsi un impianto domestico

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Il settore del minieolico, ovvero quello delle turbine con una potenza inferiore ai 200 kiloWatt di potenza, sta riscuotendo un successo crescente.

I piccoli impianti di minieolico possono alimentare edifici singoli (anche isolati, per esempio comunità e rifugi di montagna), stabilimenti di piccole dimensioni, porti, darsene aziende agricole. Rispetto ai grandi parchi eolici hanno il vantaggio di un minor impatto ambientale (a livello paesaggistico e di rumorosità). A differenza del fotovoltaico – a parità di energia prodotta – gli impianti minieolici non occupano una superficie altrettanto estesa, anche se per il momento i prezzi dell’eolico domestico non possono certo competere, come vedremo meglio sotto.

Gli studi vanno avanti per la produzione di impianti sempre più adatti alle ventosità italiane, che non sono sempre intense. Ma esistono già aerogeneratore di piccola potenza capaci di produrre energia con un vento alla velocità di 2 metri al secondo, veramente bassa. Uno degli impedimenti maggiori allo sviluppo del minieolico in alcune zone d’Italia, come la Pianura Padana, è proprio la mancanza di vento, mentre i rilievi collinari o montuosi e le coste sono più adatti.

Quali sono i passi da seguire per installare un impianto minieolico?

* Indagine anemometrica, ovvero una stima della ventosità del luogo scelto. Deve essere svolta da un’azienda affidabile perché il costo dell’indagine può arrivare a varie migliaia di euro. E se si sbaglia anche di un solo metro al secondo sulla valutazione della velocità del vento si può perdere anche la metà di produzione dell’energia.

* Verifica che nella zona non esistano vincoli paesaggistici o urbanistici.

* Verifica della distanza dalle linee elettriche (se sono inesistenti, la loro realizzazione può costare parecchio).

* Richiesta dei documenti di autorizzazione:
– preventivo di connessione (va inoltrato al gestore della rete locale; in media servono 20 giorni)
– richiesta di connessione alla rete elettrica (va fatta al gestore di rete, servono 45 giorni)
– presentazione della DIA (al Comune di residenza)
– deposito del progetto del plinto di sostegno presso il Genio civile.
Se non si vuole seguire le procedure di persona, è possibile affidarsi a studi di consulenza oppure direttamente ai fornitori dell’impianto, che forniranno un servizio “chiavi in mano”.

* Scelta della turbina: quelle ad asse orizzontale (a pale) sono le più diffuse e conosciute. I minigeneratori eoloci ad asse verticale (come quello nella foto in alto) sono più facili da installare, hanno un design più accattivante dal punto di vista estetico, producono pochi rumori e vibrazioni e riescono a cogliere il vento da più di una direzione; purtroppo hanno difficoltà ad autoavviarsi e producono meno energia.

* Installazione (da affidare a una ditta specializzata): richiede scavo, posa dei cavi e del plinto di fondazione, trasporto e installazione della turbina, connessione alla rete elettrica e messa in esercizio.

* Costi: al momento si aggirano sui 3000-4000 euro per kiloWatt di potenza (assai di più dei 1200-1500 euro di costo del fotovoltaico). Bisogna poi calcolare gli oneri derivanti dalle pratiche burocratiche (che variano a seconda del Comune) e quello per la realizzazione delle opere civili. Da calcolare anche un costo di manutenzione di circa 600 euro l’anno.

* Tempi: si aggirano verosimilmente sui 5-6 mesi, dopo l’analisi anemometrica.

* Il finanziamento del progetto può essere chiesto a una banca, ma non tutti gli istituti di credito sono già sensibili in materia.

* Si possono ottenere degli incentivi fiscali presentando una domanda di qualifica IAFR (acronimo che sta per “Impianti Alimentati da Fonti Rinnovabili”), al momento di avvio della costruzione. Quando l’impianto minieolico entra in funzione si può poi richiedere un incentivo al Gestore dei Servizi Energetici (GSE).

* La resa dell’energia prodotta e venduta al gestore è regolata da una tariffa incentivante onnicomprensiva pari a 30 cent per ogni kiloWattora prodotto, per 15 anni: con questo sistema si vende al Gestore tutta l’energia prodotta e si riacquista (a prezzo più basso) quella che si consuma.

* L’investimento può essere ammortizzato in 6-7 anni, includendo tutti i costi.

Per chi volesse approfondire, raccomandiamo un testo molto recente sull’argomento Impianti mini e micro eolici. Guida alla progettazione e realizzazione, di Fabio Andreolli, che si rivolge a specialisti e non, cercando di coprire ogni tematica che gira intorno all’argomento.


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