Come trasformare la passione per il “pollice verde” in un vero lavoro?
Di EleonoraL’identikit del giardiniere ideale? A nostro avviso include tre qualità essenziali e innate: amore per la natura, una buona prestanza fisica e un certo grado di perfezionismo.
Molti di noi si occupano già di giardinaggio per passione e a tempo perso, ma l’idea di diventare un giardiniere professionista non è affatto da scartare di questi tempi.
L’arte e la tecnica relative alla coltivazione e distribuzione delle piante ornamentali nei giardini (questa è la definizione di “giardinaggio” sul vocabolario) offre infatti molti sbocchi professionali.
Che si tratti dell’impiego nei vivai e nelle serre, della cura del verde in parchi, giardini pubblici, o cimiteri, della manutenzione dei tappeti erbosi dei campi sportivi o di prendersi cura di aiuole, prati, cespugli e alberi nei giardini delle ville private – la richiesta per questo tipo di figura professionale è in notevole aumento. Se si lavora per privati e si guadagna la loro fiducia, c’è la possibilità che il lavoro sia ben retribuito e possa durare per molti anni consecutivi.
Le abilità imprescindibili da affinare a monte mediante, libri e riviste, scuole e corsi di ogni livello sono un’attenta pianificazione delle operazioni, dei tempi, dei materiali e della manodopera oltre logicamente a conoscenze molto approfondite di botanica, per assicurare alle piante in ogni fase la giusta protezione, irrigazione e illuminazione.
Oltre a questi desiderata, occorre ovviamente anche essere in regola sotto il profilo professionale e fiscale. Non è possibile svolgere l’attività sotto forma di prestazione occasionale, ma occorre aprire una Partita IVA da giardiniere, che prevede alcuni specifici requisiti tecnico-professionali stabiliti dall’articolo 12 della Legge n. 154/2016:
I primi passi sono due:
- iscrizione al RUP (Registro Ufficiale dei Produttori) – non specifichiamo oltre perché le procedure possono variare a seconda della Regione;
- possesso di un Attestato di idoneità – che si ottiene portando a termine un apposito percorso di formazione organizzato dalla Regione, con obbligo di frequenza ed esame finale. Sono esentati dall’obbligo di frequenza coloro che possiedono diplomi o lauree (triennali o magistrali) o master nel settore agrario e forestale e altre qualifiche professionali riguardanti cura e manutenzione del verde.
A questo punto si può aprire la Partita IVA con codice ATECO 81.30.00, iscriversi al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio (ovvero la C.C.I.A.A., nell’Albo degli Artigiani), inviare la SCIA (acronimo di “segnalazione certificata di inizio attività”) e presentare le documentazioni comprovanti il possesso dei due requisiti citati qui sopra.
Occorre anche aprire una posizione per il versamento dei contributi presso la Gestione Artigiani e Commercianti dell’INPS e iscriversi all’INAIL. Se tutti questi adempimenti sembrano tanti e complicati, il nostro consiglio spassionato è quello di rivolgervi a servizi di consulenza fiscale online “all inclusive” o a un CAF, per evitare di commettere errori o di ritardare l’inizio dell’attività effettiva.
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