Nessun imbarazzo a chiedere la doggy bag nei ristoranti

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doggy bag

Con un nome anglofono come doggy bag anche il vecchio cartoccio assume una connotazione chic. Stiamo parlando della pratica sempre più diffusa di chiedere di farsi incartare e portarsi a casa i rimasugli dell pranzo o della cena al ristorante, soprattutto il dessert o la bottiglia di vino, ma anche qualche primo o secondo non interamente consumati.

E’ soprattutto verso la fine del pasto che spesso l’appetito è soddisfatto e la tavola ancora imbandita: mangiare contro voglia non va bene, buttare tutto nella spazzatura (come è obbligatorio per legge) è ancora peggio.

La soluzione migliore è fare un cenno al cameriere e dire “gli avanzi li portiamo via per il cane“, anche se poi il contenuto della doggy bag non è quasi mai per il cane, ma piuttosto per i suoi proprietari. Per salvare le apparenze ci si maschera dietro lo spirito cinofilo, ma la causa è buona e ne vale la pena: gli avanzi sono pagati, ampiamente commestibili, anche a 12-24 ore di distanza. C’è anche chi trova come scuse, più che legittime quelle secondo cui “lo spreco è insopportabile”, oppure “vorremmo gustare in un secondo momento questa delizia della casa” o ancora “così domani evito di cucinare”.

L’utilizzo dei doggy bag è una consuetudine da decenni nei paesi anglosassoni, in Italia questo tipo di azione creava qualche disagio fino a non molti anni fa. E per qualcuno è ancora così. Ma dicono le statistiche che circa 4 italiani su 10 non si fanno scrupoli e chiedono di portarsi a casa gli avanzi. In questo senso la crisi ha stimolato lo sdoganamento dell’abitudine, perché lo spreco è un danno economico e ambientale da non sottovalutare, oltre che un’azione immorale.

Anche molti chef pluristellati, con l’appoggio di Slow Food, Legambiente e associazioni per la solidarietà hanno capito che la guerra allo spreco può passare anche per l’affermazione di una moda e così stanno proliferando anche le aziende che forniscono ai ristoranti gli appositi contenitori e sacchetti, con tanto di logo da esporre al pubblico per pubblicizzare l’iniziativa.

Al momento i più attrezzati sono i ristoranti di fascia media, dove l’ambiente informale incoraggia i clienti alla richiesta. Ma non sono pochi anche quelli di fascia alta a seguirne l’esempio, mentre stranamente le trattorie si sono adattate proporzionalmente di meno.


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