Bananatex®: il tessuto tecnico ricavato dalla fibra di banano

Di
fibra di banana

Parliamo volentieri di Bananatex®, il primo tessuto tecnico realizzato esclusivamente con la fibra dei banani di agricoltura biologica coltivati negli altopiani delle Filippine. Il brevetto è dell’azienda svizzera QWSTION, (produttrice di borse e accessori per il tempo libero, i viaggi e il lavoro) che, dopo vari anni di ricerca, sperimentazione e sviluppo, ha messo a punto un materiale altamente sostenibile per la creazione di articoli durevoli e pratici.

La stragrande maggioranza degli zaini e dei marsupi oggi infatti sono realizzati con fibre dannose per l’ambiente, perché questo tipo di produzione è molto più economico. Già in passato QWSTION utilizzava solo fibre naturali, coltivate biologicamente, soprattutto cotone organico al 100%. Ma nel 2015 i suoi ricercatori si sono imbattuti in una pianta della famiglia delle banane, l’àbaca (nome scientifico: Musa textilis), con un grande potenziale di sostenibilità. Si tratta infatti di una specie robusta e autosufficiente, che non richiede pesticidi o irrigazione. Queste qualità le hanno permesso di contribuire al rimboschimento in molto aree delle Filippine un tempo dedicate alle piantagioni di palma.

Bananatex® è un tessuto impermeabile realizzato al 100% con le fibre naturali di questo banano, previa essiccazione e filatura, rivestito di cera d’api. Ne risulta un materiale al tempo stesso resistente e durevole, ma anche leggero e flessibile, con una finitura liscia e resistente all’acqua.

Al momento la collezione Bananatex® dell’azienda comprende zaini e marsupi, con modelli progettati per lasciare zero sprechi dopo di sé. Infatti, alla fine del ciclo di vita delle borse, il loro tessuto sarà biodegradabile al 100%, mentre le fibbie e le cerniere potranno essere opportunamente riciclate con la raccolta differenziata.

I rifiuti dei banani vengono trasformati in Uganda

Il paese africano dell’Uganda è uno dei maggiori produttori mondiali di banane. Ma per ogni tonnellata di frutta, le piantagioni lasciano due tonnellate di “rifiuti”.

Un’azienda locale, TexFad, li trasforma in fibre resistenti che possono essere tessute in tappeti, tovagliette e persino extension per capelli.

Questo video spiega in dettaglio il processo.


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