101 modi per non buttare via nulla: il libro di Paola Rinaldi

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101 modi per non buttare via nulla è l’intrigante titolo di un manuale di Paola Rinaldi, più nota come attrice teatrale e televisiva. Il testo, edito da Newton Compton, è disponibile da oggi in tutte le librerie.

Paola dice di essersi ispirata al fatto che in alcuni momenti – come tutti noi – anche lei si è sentita un rifiuto, del pattume. Mentre invece, guardando nel cestino della roba da buttare con un occhio diverso, si scopre che non tutto è un oggetto “a perdere”, così come non lo siamo noi. Tutti quelli che si occupano della gestione quotidiana della casa provano spesso un senso di sconfitta, ma imparare a differenziare e riciclare può essere un modo per comprendere che i rifiuti possono essere una vera miniera. Magari avessimo imparato prima come fare una raccolta differenziata…

Nell’epoca del consumismo e nella crisi può dare grande soddisfazione, invece di comprare, rivisitare e rinnovare gli oggetti che si era sul punto di buttare. Nel libro l’autrice tratta tutti i materiali (lattine, tappi a corona, stuzzicadenti, bottiglie di plastica, bottoni, scatole da scarpe, buste per la spesa, manici di scopa, pezzi di stoffa, camicie, magliette, calzini, jeans, CD, conchiglie, sassi, vecchi tappeti). Sempre cercando la risata e il divertimento del lettore, ma la riflessione è seria: vale la pena di imparare a conoscere quante possibilità esistono per dare una nuova vita a oggetti apparentemente inutili e rigenerarli.

Tocca anche il discorso del commercio dell’usato, che è estremamente fiorente negli ultimi tempi, e lo sarebbe ancora di più con un maggiore finanziamento da parte delle banche. Potenzialmente potrebbe aprire un mercato dell’usato anche ogni giorno, mentre al momento siamo a soltanto uno ogni tre giorni. E non è soltanto una moda: la gente ha veramente capito che può vendere e comprare risparmiando. L’idea è semplice: l’imprenditore fa da intermediario e chiunque può comprare o lasciare qualcosa da vendere (in conto vendita) nel negozio. Il vantaggio non è soltanto quello di ottenere un po’ di denaro da oggetti ormai inutili, ma anche di ridurre fortemente la quantità di materiali destinati alla discarica. Se qualcosa non piace o non serve più a noi, potrebbe servire o piacere ad altri. Si può vendere qualunque cosa: mobili, vestiti, libri, vinili.

Verso la fine del libro un suggestivo aneddoto riguardante i ragazzini giapponesi, tra i più nevrotici al mondo e affamati di hi-tech e quindi di oggetti difficilmente riciclabili. Ultimamente gira la moda di prendere un giornalino di fumetti manga, bagnarne le pagine, infilare tra esse un seme e lasciarlo a fianco del computer come se fosse un vaso. Nel giro di poco tempo spunta un germoglio, che ricorda loro il ciclo della vita, il riciclo.

E, per restare coerente con se stessa, l’ultimo capitolo del testo è intitolato Riciclare pure questo libro.


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