Orti indoor e agricoltura verticale: una realtà in Giappone

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orti indoorNon è sicuramente un caso che il Giappone sia un Paese all’avanguardia nell’agricoltura indoor: è una nazione con aree coltivabili limitate, ulteriormente ridotte dopo l’incidente nucleare di Fukushima. Inoltre, è un paese altamente tecnologico, nel quale aziende come Fujitsu, Sharp, Toshiba, Sony e Panasonic, con estrema duttilità e lungimiranza sono disposte a investire in ricerca agricola con l’istituzione di coltivazioni verticali in vari loro ex stabilimenti.

Vediamo dunque le caratteristiche degli orti indoor: gli ortaggi (ad esempio lattuga, spinaci, rucola, basilico) vengono coltivati in capannoni in cui si trovano scaffali a vari piani, illuminati da LED a bassissimo consumo e regolati in modo da fornire la frequenza adatta per attivare la fotosintesi clorofilliana. L’acqua viene fornita a gocce e senza il minimo spreco, grazie a sensori che controllano il fabbisogno delle singole piante.

Ecco un succinto elenco dei vantaggi per questo tipo di coltivazione:
* enorme risparmio di acqua, fino al 99% rispetto all’agricoltura tradizionale negli impianti più all’avanguardia nei quali anche l’umidità viene re-immessa in circolo.
* nessun uso di pesticidi: in un ambiente dove è il computer a regolare temperatura, umidità e CO2 nell’aria e dove tutti gli operatori indossano camice, guanti e mascherine non ci sono batteri né agenti contaminanti. I vegetali prodotti sono privi di residui chimici.
* riduzione dei fertilizzanti del 75%.
* cicli produttivi rapidissimi e raccolti pari a più del doppio dell’agricoltura tradizionale.
* produzione di prodotti esteticamente perfetti (soltanto il 3% viene scartato, contro il 30-40% degli ortaggi prodotti nei campi).

Per il momento i costi dell’agricoltura verticale sono ancora alti: è vero che si risparmia su acqua e fertilizzanti, ma le spese per la tecnologia e l’energia elettrica rendono il processo sostanzialmente costoso quanto l’agricoltura tradizionale. E’ però auspicabile che con il passare del tempo i costi dei macchinari possano diminuire sensibilmente – e a quel punto, quando sulla terra ci saranno 9 miliardi di persone da sfamare e le risorse idriche saranno sempre più ridotte, quella dell’agricoltura indoor sarà una strada obbligata.


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