Si moltiplicano le iniziative per la tutela del paesaggio in Italia

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Il paradosso è tutto italiano: la popolazione praticamente non cresce da vari anni, milioni di vani ed edifici sono vuoti, eppure si continua a cementificare il suolo: nel 2010 calce e mattoni hanno coperto ben 500 chilometri quadrati, circa 69 metri quadrati al minuto! In Italia il consumo medio di cemento è di ben 600 chilogrammi pro capite ogni anno, mentre nel resto dell’Europa è di circa la metà.

Cassinetta di Lugagnano è il primo comune italiano che ha detto stop al consumo di territorio. Qui in ottobre è nato il movimento civile Salviamo il paesaggio, volto a impedire il consumo del suolo e a difendere i terreni – specie quelli fertili, che sono la risorsa più preziosa in assoluto.

L’obiettivo è sensibilizzare i cittadini italiani e raccogliere le firme sufficienti per una proposta di legge volta a tutelare il paesaggio. Si propone anche un censimento “edilizio” per fare un elenco delle case vuote e i capannoni sfitti nel nostro paese – una conta che sicuramente dimostrerà come non sia necessario costruire altro, basterebbe ristrutturare l’enorme patrimonio architettonico di cui il paese è già dotato.

Al forum partecipano altre associazioni ambientali italiane, come l’Associazione Comuni Virtuosi, FAI e WWF. Tutte insieme lanciano l’allarme sul dramma del cemento che sta fagocitando l’Italia. Intendiamoci, non si tratta di voler fermare la crescita dell’industria edilizia. Tutt’altro, piuttosto di reindirizzarla verso le ristrutturazioni e le riqualificazioni energetiche degli edifici che non solo contribuiscono a salvare i terreni agricoli, ma hanno effetti immediati sulla lotta ai cambiamenti climatici.


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