Volontariato ambientale e ecoturismo
Di EleonoraIl volontariato ambientale è un efficace sistema per collaborare alla conservazione dell’ambiente, alla salvaguardia della natura, alla salvezza di tutte le forme di vita presenti sul pianeta, compreso la vita umana.
Vivere in equilibrio con gli ecosistemi che ci circondano, rispettando le loro biodiversità, dovrebbe essere una priorità per tutti gli abitanti della Terra ma purtroppo non è così, anzi sembra che la frequentazione dell’uomo sul pianeta abbia preso una deriva inversa a questo principio.
Fortunatamente, non tutti hanno questa visione scellerata della vita sulla Terra e molti hanno piena consapevolezza che intervenire a protezione del pianeta è di primaria e fondamentale importanza.
I campi di volontariato ambientali
L’associazione ecologista Keep the Planet, come altre ONG ambientaliste presenti in tutto il mondo, si occupa organizzare spedizioni scientifiche, informare e sensibilizzare sugli argomenti più scottanti in tema di ecologia e conservazione del territorio, di formare e guidare gli attivisti volontari. Per quest’ultimi, l’associazione fondata nel 2006 dai biologi italiani Alessandro Nicoletti e Andrea Pascale, organizza campi di volontariato ambientali e naturalistici in Europa, Nord America e Sud America, Africa, Asia e Oceania. Per ogni progetto di salvaguardia e conservazione dell’ambiente naturale e del suo ecosistema, Keep the Planet seleziona i volontari più adeguati al caso, secondo le loro capacità, la loro formazione, le loro competenze e li affianca a attivisti locali già presenti da anni sul campo.
Ecoturismo, cos’è e come praticarlo
Non solo le associazioni ambientaliste, volontariato e attivismo devo occuparsi della salvaguardia del pianeta. Anche chi non ha possibilità di partecipare personalmente a queste iniziative può, a modo suo, fare qualcosa di concreto per l’ambiente, ad esempio praticando un turismo consapevole e attento al rispetto del territorio che viene visitato.
Il concetto di Ecoturismo, del turista responsabile, è maturato negli ultimi decenni quando si è ritenuto necessario sensibilizzare e educare il turista a rispettare tutte le prerogative ambientali, naturali o antropologiche, del luogo che si è scelto da visitare o dove trascorrere le vacanze. Ciò è possibile essendo ben consapevoli di quali comportamenti adottare per potersi definire un Ecoturista.
L’antagonista principale dell’Ecoturismo è il turismo di massa. Concentrare un numero eccessivo di vacanzieri in aree che non hanno la capacità adeguata ad accoglierli o in zone già ad alto rischio ecologico, è senza dubbio deleterio per l’ambiente. La presenza massiccia di turisti in un ambiente fragile aumenta in modo esponenziale il degrado degli ecosistemi, accelerandone a volte, la rovina completa. Non solo: per incrementare sempre di più il turismo di massa, si costruiscono infrastrutture ricettive sempre più grandi e invasive, che oltre a deturpare il paesaggio, inquinano e mettono ad alto rischio l’esistenza delle biodiversità presenti; strutture che sconvolgono la vita delle comunità locali, snaturandone abitudini, economia, tradizioni e cultura.
Anche le crociere sono altamente dannose per l’ambiente. Sono fra le attività turistiche più in voga negli ultimi anni, ma il loro impatto sugli ecosistemi marini sono devastanti. È stato provato che una nave da crociera emette scarichi di CO2, azoto e altri gas provenienti dall’utilizzo dei motori mille volte superiori a quelli di un treno. Tutti gli scarichi inerenti alle attività svolte sulla nave, dalla depurazione delle fosse biologiche, alle acque provenienti da piscine, ristoranti, beauty farm, lavanderie, laboratori e altro, viene gettato in mare. Non ultimo il passaggio dei grandi transatlantici da crociera sono la causa maggiore della distruzione di tante barriere coralline, ecosistemi essenziali alla vita e alla sopravvivenza di inestimabili biodiversità marine.
I comportamenti di un turista responsabile
Evitare esperienze di turismo di massa o scegliere di non fare una crociera sul mare è già un buon sistema per potersi definire un ecoturista, ma non basta. L’essenza dell’ecoturismo sta comunque nei comportamenti più semplici, a volte ovvi, del viaggiatore:
- È fondamentale scegliere guide e tour operator sensibili, competenti e preparati alla questione ecologica, che prediligano piccoli gruppi, che riducano al minimo l’impatto della loro presenza sulla ambiente e sulla vita della comunità indigene.
- Scegliere strutture ricettive a basso impatto ambientale (non necessariamente spartane, ma che attuano politiche precise sul risparmio energetico, di acqua e gestione dei rifiuti).
- Prediligere mezzi di trasporto non invasivi e non inquinanti: invece di mezzi a motore, ove possibile, raggiungere le destinazioni a piedi, in bicicletta, a cavallo, a remi.
- Durante una passeggiata in montagna o lungo una spiaggia, bisogna sempre camminare seguendo sentieri e passaggi già segnati, in modo evitare di danneggiare il meno possibile specie animali e vegetali.
- Usare quanto più possibile i mezzi di trasporto pubblici locali, invece che taxi o pullman privati. Si inquina meno e si ha il privilegio di incontrare la gente del luogo.
- Evitare in ogni modo l’utilizzo della plastica e di oggettistica usa e getta, limitare i rifiuti non degradabili e riportarli con sè, rispettando la raccolta differenziata secondo le regole locali.
- Aiutare l’economia e a mantenere salve e salde le tradizioni locali, acquistando i prodotti agricoli, artigianali e industriali della zona e usufruendo dei servizi del luogo;
- Comunicare con i locali: cercare di comprendere, interiorizzare e condividere la cultura del luogo è una pratica molto importante sia per il turista che si arricchisce di nuove esperienze che per la comunità locale, che si sente valorizzata e fiancheggiata nella conservazione della propria società e del proprio territorio.
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