Jorgen Randers ‘2052. Scenari globali per i prossimi quarant’anni’ – una lettura consigliata

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Per capire il contenuto del volume 2052. Scenari globali per i prossimi quarant’anni. Rapporto al Club di Roma di Jorgen Randers, bisogna fare un passo indietro, precisamente all’anno 1972, quando tre giovani ricercatori del MIT di Boston (Dennis e Donella Meadows e Jorgen Randers) pubblicarono un report dal titolo I limiti dello sviluppo, commissionato dal Club di Roma. In esso gli autori facevano previsioni sul futuro mediante complicati calcoli informatici, riuscendo a indicare con rigore matematico le conseguenze che avrebbe avuto una crescita non controllata della popolazione, dei consumi e dell’inquinamento su un pianeta dalle risorse limitate. Ne seguirono decenni di accese discussioni, con critiche feroci ma in sostanza la loro previsione dello scenario di evoluzione della vita sul Pianeta non fu praticamente ascoltata.

Nel 2006 gli stessi autori pubblicarono il volume I nuovi limiti dello sviluppo. La salute del pianeta nel terzo millennio, che ripeteva lo stesso messaggio, corroborato da quantità ben maggiore di dati scientifici e statistici. Confermando le previsioni fatte più di trent’anni prima, invitavano i poteri forti a porre argini alle devastazioni derivanti dell’azione umana, che si riflettevano sul clima, sulla qualità dell’acqua, sulla biodiversità e via discorrendo.

Oggi difficilmente qualcuno oserebbe ammettere che le conclusioni tratte nel 1972 erano sbagliate perché vediamo moltissimi dei segnali di quanto era stato messo in luce quarant’anni or sono. E così arriviamo al volume più recente, appena pubblicato da Edizioni Ambiente. In esso, Jorgen Randers, uno dei tre studiosi estensori del primo testo e oggi tra i massimi esperti quanto a clima e problemi ambientali, trae conclusioni in base a una grande mole di dati e al contributo di decine di colleghi di altri settori della scienza, tentando di descrivere come sarà il futuro del pianeta nei prossimi quarant’anni.

Delinea uno scenario probabile, esaminando tutti gli aspetti possibili: i trend demografici ed economici, il rapporto tra fonti di energia e cambiamenti del clima, il problema del reperimento del cibo e gli impatti del nostro stile di vita sulla biodiversità e via discorrendo. L’analisi è spassionata e fa emergere sia notizie cattive che buone – perché a un certo punto l’umanità sarà obbligata a trovare nuove strade per la sopravvivenza. Nell’insieme il testo non è catastrofico, ma prevale una nota di tristezza perché pur avendo capito come stanno le cose, l’uomo non riesce a sfruttare tempestivamente la sua conoscenza e sta tardando troppo prima di mettere in atto le soluzioni opportune.


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