Bonifica amianto: Normative e Regolamenti
Di Daniele GrattieriL’amianto, noto anche come “Eternit” è un materiale utilizzato in tutta Europa allo scopo di rivestire pareti e tetti. Questa fibra infatti offriva il vantaggio di essere molto resistente all’usura del tempo e di essere a basso costo e per questo motivo, il suo utilizzo fu massivo ed utilizzato per la costruzione di edifici privati e pubblici. Tuttavia, all’inizio degli Anni Novanta fu scoperta la sua alta tossicità (le fibre sono cancerogene) e venne vietato in Italia (Legge n. 257 del 12 marzo del 1992).
Le normative e i regolamenti relativi alla bonifica amianto in Italia sono davvero moltissime, in parte basate sulle indicazioni dell’UE, come la direttiva n° 1999/77/CE che vieta l’utilizzo dell’amianto a partire dal gennaio 2005 e la direttiva 2003/18/CE che invece ne vieta l’estrazione. Nonostante questi divieti provenienti dalla Comunità Europea circa 10 anni fa, l’amianto continua ad essere un problema attuale, quando si parla di demolizione o manutenzione di edifici che contengono questo materiale. Per questo motivo, le normative italiane che disciplinano la rimozione e la gestione di queste fibre tossiche a scopo smaltimento è ancora tutt’oggi oggetto di discussione ed in continua evoluzione. Ma vediamo quali sono i principali regolamenti e normative relativi alla bonifica amianto.
Bonifica amianto: Normative e Regolamenti
L’atto legislativo dedicato al divieto di utilizzo di amianto, oltre che della messa in commercio di qualunque tipologia di prodotto contenente queste fibre tossiche, è la Legge del 27 marzo 1992 n. 257. Questa, oltre a bandire l’estrazione di questo materiale e la sua messa in commercio, regola anche le attività di bonifica degli edifici interessati da questo tipo di inquinamento.
In questa normativa, viene inoltre specificato che l’analisi degli edifici e la relativa operazione di bonifica degli stessi è di competenza delle “Unità Sanitarie Locali” (oggi ASL). Inoltre, nell’articolo n. 12 viene spiegato che prevede che le aziende dedicate alla rimozione e allo smaltimento di questo materiale devono essere obbligatoriamente iscritte all'”Albo Nazionale delle Imprese Esercenti Servizi di Smaltimento dei Rifiuti” (categoria 10), in quanto l’amianto è classificato come rifiuto speciale nocivo e tossico (codice CER 170600).
Dopo la legge del 1992, che ancora oggi è la normativa di riferimento per quanto riguarda la bonifica e l’eliminazione dei rischi correlati alla presenza di amianto, sono stati varati numerosi altri decreti destinati alla gestione dell’emergenza amianto ancora oggi un problema più che attuale.
Tra le normative e regolamenti relativi alla bonifica amianto, uno dei principali è il Decreto del Presidente della Repubblica dell’8 agosto del 1994, che stabilisce le direttive relative alla messa in sicurezza e alla decontaminazione degli edifici e delle strutture contenenti la fibra tossica destinate alle Province Autonome di Trento e Bolzano e alle Regioni. Inoltre, questa legge regola anche la modalità di smaltimento dei rifiuti nocivi al fine di tutelare l’ambiente.
Sempre nel 1994 è stato pubblicato anche il Decreto Ministeriale del 6 Settembre che, invece, va a regolare le direttive applicative relative alla rimozione dell’amianto. In questo testo, infatti, vengono trattate le modalità di allestimento dei cantieri, di decompressione del materiale, di decontaminazione dell’ambiente, di trasporto dei rifiuti (imballaggio e trattamento) e di smaltimento dei materiali contenenti amianto.
Relativamente alla bonifica dell’ambiente dall’amianto, il Ministero della Sanità, nel 1996, ha varato il decreto del 14 Maggio, in cui vengono trattate le modalità tecniche relative alle operazioni di bonifica, in particolare per quanto riguarda la neutralizzazione dell’amianto (Legge n° 257/92, art. n°5, comma n°1, lettera “F”).
Tra le più importanti direttive dedicate alla bonifica amianto, troviamo anche il Decreto Legislativo n° 22 del 5 Febbraio del 1997, conosciuto anche come “Decreto Ronchi”, redatto seguendo le linee guida Europee (Direttive n° 91/156/CEE, n° 91/689/CEE e n° 94/62/CE). Questo tratta la gestione e lo smaltimento di rifiuti e la tipologia di imballaggio relativo al trasporto dell’amianto. Inoltre, questa normativa va ad stabilire le diverse competenze degli enti nazionali e delle Regioni relativi alla bonifica delle aree inquinate.
A regolare, invece, i valori relativi alla concentrazione e ai limiti stabiliti per legge, troviamo il Decreto del Ministero n° 471 del 25 ottobre del 1999. Questa normativa va infatti a stabilire le direttive relative alla bonifica e alla messa in sicurezza delle aree interessate dall’inquinamento da amianto (art. n°17 del D.L. n° 22 del 5 febbraio del 1997). Questa normativa, in particolare, va a stabilire la concentrazione e i valori consentiti relativi alla contaminazione di un sito. Inoltre, la normativa va a regolare la gestione dei luoghi in cui la concentrazione di amianto è elevata, ed è quindi necessario applicare procedure di emergenza per la messa in sicurezza del luogo.
Riguardo i costi per lo smaltimento e la bonifica dell’amianto, definire una cifra non è cosa immediata, la spesa dipende infatti dalla quantità di materiale che deve essere rimosso.
Per quanto riguarda in modo specifico il trattamento dei rifiuti e lo smaltimento dell’amianto, sono state introdotte le seguenti normative:
– il D.L. n°36 del 13 gennaio del 2003 stabilisce quali sono i criteri che rendono ammissibili i materiali di scarto contenenti amianto in discarica;
– Il D.L. n°248 del 29 luglio del 2004, che determina quali sono le attività di recupero obbligatorie relative ai materiali di scarto contenenti amianto;
– Il D.L del 3 Agosto del 2005, che regola le modalità di raccolta dei rifiuti tossici in discarica e le procedure di ammissibilità, attraverso processi di analisi e di campionamento dei materiali nocivi.
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