Ricavare energia rinnovabile dall’acqua di sommersione delle risaie: è già una realtà

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Per il futuro la coltivazione del riso potrebbe rivelarsi un deposito di energia rinnovabile “insospettata”. Grandi volumi di acqua sono infatti destinati alla sommersione delle risaie di Piemonte e Lombardia (ben 4,8 miliardi di m3). Di questa massa d’acqua solo il 20% è riutilizzato per l’irrigazione dei campi, mentre il resto semplicemente finisce nel mare Adriatico attraverso i canali che si riversano nel Po, quando invece potrebbero essere sfruttati per produrre energia idroelettrica.

A questo si sta pensando nelle province di Vercelli, Novara e Pavia: sfruttare la forza dell’acqua per produrre energia anche in pianura mediante la realizzazione di salti d’acqua lungo la rete di canali (lunga nel complesso ben 180.000 km) e mini-centrali idroelettriche. Con impianti a còclea, simili a quelli ideati nell’antichità da Archimede, si riesce a produrre energia con un dislivello di appena 1,50 metri. Secondo alcuni studi del Politecnico di Milano si potrebbe arrivare a produrre ben 1 milione di kiloWatt, sufficienti per riscaldare/ illuminare ben 250.000 case.

La regione Piemonte ha già realizzato una settantina di impianti elettrici lungo i canali di irrigazione e un’altra trentina è in progetto. E per il progetto definito “mini-idroelettrico” sono stati messi a disposizione 598.000.000 di euro nel contesto del Piano Irriguo Nazionale.


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