Anche l’Atlantico ha la sua grande chiazza di immondizia

Di

Alla Conferenza Internazionale sui Cambiamenti Climatici di Cancun, in Messico in extremis è stato trovato un accordo abbastanza equilibrato, una prima intesa dei paesi del mondo su come fronteggiare il problema dei gas serra e come combattere insieme la lotta al cambiamento climatico.

Ma purtroppo è anche emerso in maniera preoccupante il sempre più grave problema dell’inquinamento di mari, dovuto soprattutto a rifiuti di plastica. Già si sapeva della Great Pacific Garbage Patch o Pacific Trash Vortex (Grande chiazza di immondizia del Pacifico), l’enorme accumulo di spazzatura galleggiante (costituito soprattutto da materiale plastico) situato nell’Oceano Pacifico. Ma ora anche l’Oceano Atlantico è in pericolo: è stata recentemente scoperta la North Atlantic Garbage Patch, un’area di rifiuti plastici lunga 15 milioni di km e profonda 10 metri.

La chiazza, causata da una convergenza delle correnti oceaniche, si trova vicino le isole Bermuda, e si estende dalla Virginia fino a Cuba.

A scoprirla è stato il team di scienziati della Sea Education Association in collaborazione con altri istituti oceanografici come il Woods Hole Oceanographic Institution e l’Università delle Hawaï, che hanno annunciato ufficialmente la scoperta sulla rivista Science. Durante le ricerche in mare, ricercatori e studenti hanno trovato 200.000 frammenti di polietilene e polipropilene per chilometro quadrato, che purtroppo i pesci tendono a scambiare per plancton e ingeriscono con conseguenze disastrose per l’intero ecosistema marino e per la salute dell’uomo che di pesce si nutre.

La plastica è un materiale particolarmente dannoso per l’ecosistema marino, in quanto mette a rischio la sua biodiversità: decomponendosi in mare rilascia sostanze tossiche per gli animali che vivono nell’oceano.

Ma, viene spontaneo chiedersi: qual è la situazione nel Mediterraneo? Il 20% dell’inquinamento nel Mare Nostrum proviene dalla plastica e il dato è estremamente allarmante. Ma per il momento non esistono fenomeni di aggregazione come quelli notati negli oceani, grazie al fatto che non ci sono forti correnti che raccolgono la spazzatura in un’isola galleggiante.


Commenta o partecipa alla discussione
Nome (obbligatorio)

E-mail (non verrà pubblicata) (obbligatoria)

Sito Web (opzionale)

Copyright © Teknosurf.it, 2007-2024, P.IVA 01264890052
SoloEcologia.it – Consigli su ambiente e sostenibilità supplemento alla testata giornalistica Gratis.it, registrata presso il Tribunale di Milano n. 191 del 24/04/2009