Si ispira alle ali di farfalla una nuova tecnologia per la produzione di idrogeno
Di NicolettaUn gruppo di ricercatori cinesi dell’università di Shanghai ha presentato al congresso della Società Americana di Chimica di San Diego i risultati di una ricerca estremamente interessante. Come sappiamo, la produzione di idrogeno – il carburante del futuro – può anche partire da acqua mediante cicli termochimici alimentati dall’energia solare. Ebbene, osservando l’architettura delle ali di due specie di farfalle nere, la Troides aeacus e la Papilio Helenus (anche nota come Red Helen) si è osservato che le scagliette presenti sulle ali scure di questi animali fungono da collettore naturale della luce solare, con meccanismi imitabili a livello ingegneristico.
Grazie ai loro collettori naturali, le farfalle riescono infatti ad assorbire il calore sufficiente per farle sopravvivere nei periodi freddi. Le scaglie sono disposte sulle ali come tegole sui tetti: formano un rilievo e presentano piccoli fori su ambo i lati, aperti sullo strato sottostante. I rilievi sono un ausilio all’incanalamento della luce nei fori.
Dall’imitazione di queste ingegnose strutture naturali sono stati realizzati dispositivi in biossido di titanio e nanoparticelle di platino che fungono al tempo stesso da collettori per la luce solare e da fotocatalizzatori per scindere, mediante la luce solare, le molecole di H2O in idrogeno e ossigeno, con una produzione doppia rispetto ai sistemi finora in uso.
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