Il progetto DESERTEC: alla ricerca di energia pulita nel deserto del Sahara

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Se le riserve di petrolio nei deserti stanno diminuendo, è tempo di sfruttare un’altra risorsa inesauribile: il calore del sole. Fondazione DESERTEC è il nome di un consorzio di imprese (che include giganti come E.on, Abb, Albengoa ed Enel Green Power) disposte a investire 400 miliardi di euro per realizzare entro il 2050 una riserva di energia pulita proveniente dal deserto del Sahara e da quelli del Medio Oriente: principalmente centrali elettriche solari, e in seconda battuta anche centrali eoliche, da biomasse, da energia geotermica e idrica.

Il progetto, nato dalla ‘visione’ del fisico tedesco Gerhard Knies, prevede di costruire anche la rete di linee ad alta tensione necessarie per trasportare l’elettricità dal Nordafrica e dall’Arabia Saudita all’Europa. Sta infatti partendo l’allestimento di una prima centrale da 500 Megawatt in Marocco, dalla quale si dipartiranno verso l’Europa 20 cavi marini del valore di un milione di euro l’uno.

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La tecnologia utilizzata per catturare energia dal sole è quella termosolare: centinaia e migliaia di specchi che concentrano i raggi del sole in un unico punto, una torre nella quale si raggiungono gli 800° C e si trasforma in vapore l’acqua o l’olio fluido immagazzinati. Questo vapore mette in movimento delle turbine e l’energia del movimento si trasforma in elettricità.

Oltre a risolvere molti problemi del vecchio continente, il progetto potrebbe permettere di fare grossi passi avanti al continente africano, in termini di resa finanziaria e di utilizzo in loco: per esempio, impianti termosolari di questo tipo potrebbero trasformare con poca spesa l’acqua del mare o dell’oceano in acqua potabile, andando finalmente incontro alle esigenze di un continente da sempre assetato.

Che cosa si può fare per contribuire al progetto in qualche modo? Diffondere l’idea e fare sentire la propria voce a livello politico per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del progetto, partecipare come tecnici o almeno iscriversi alla newsletter per essere costantemente informati sull’evoluzione dei lavori.


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