Come si può recuperare l’oro in modo ecosostenibile
Di Nicoletta
Molti degli apparecchi elettronici che usiamo quotidianamente contengono oro, ad esempio le schede madri dei PC e altri tipi di circuiti. Il metallo giallo, infatti, non è soltanto bello a vedersi, ma è anche ottimo conduttore termico ed elettrico, resistente all’ossidazione, di fatto inalterabile. La quantità di oro recuperato dai RAEE è già assai notevole e questo è sicuramente positivo dal punto di vista ecologico se va a sostituirsi all’estrazione delle miniere; tuttavia è necessario scegliere metodi per isolarlo dagli altri metalli presenti nei rottami senza contaminare l’ambiente.
Fino a non molto tempo fa veniva impiegato quasi esclusivamente il cianuro, sostanza che in presenza di ossigeno si combina con l’oro e permette il processo di lisciviazione, ovvero lo scioglimento e il passaggio del metallo in soluzione acquosa, dalla quale esso può essere filtrato e separato dagli altri metalli e altre impurità. Il cianuro è tuttavia una sostanza chimica con effetti disastrosi sulla salute umana, l’ecosistema e la biodiversità.
Qualche anno fa è stata trovata un’ottima alternativa all’uso di questa sostanza in un materiale più ecocompatibile: una soluzione di acido acetico e un ossidante, che consente di sciogliere l’oro in soli 10 secondi e di estrarlo dai circuiti stampati lasciando intatte le componenti in altri metalli, come rame, nichel e ferro. Stiamo quindi parlando dell’impiego di semplice aceto da tavola, dunque, che può produrre straordinari benefici economici: mentre il processo estrattivo tradizionale ha un costo di 1520 dollari per ogni chilogrammo di oro, l’utilizzo dell’acido acetico abbatte le spese fino a 66 dollari al chilogrammo.
Un’altra sostanza che permette di ottenere lo stesso effetto senza danneggiare l’ambiente è l’alfa-ciclodestrina, un polisaccaride ciclico derivato dall’amido che consente di attuare una procedura non tossica e poco costosa per separare l’oro dagli altri metalli, anche nel caso in cui siano mescolati con l’oro grezzo, come il platino e il palladio. Per la precisione occorre dire che per trasformare l’oro solido in soluzione bisogna per prima cosa renderlo solubile con degli acidi, i quali non sono sicuramente amici dell’ambiente, ma sono comunque di gran lunga meno tossici del cianuro.
Risultati analoghi si possono ottenere con altri reagenti (soprattutto composti di iodio e con ditiossamide e molecole simili) che si sono rivelati di facile impiego e assai efficienti nello sciogliere l’oro senza causare la formazione di fumi tossici.
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anche io vorrei sapere il tipo di ossidante e la proporzione con l’acido acetico. in attesa ringrazio. può essere acido nitrico l’ossidante?
anche io vorrei sapere il tipo di ossidante e la proporzione con l’acido acetico. in attesa ringrazio.
diteci sto benedetto ossidante da poterlo abbinare all’ aceto per poter sciogliere l’oro. ringrazio anticipatamente
Nell’articolo per il procedimento del recupero oro non viene citata la quantità di aceto e la quantità di ossidante in percentuale e neanche il tipo di ossidante che caratteristiche deve avere l’ossidante? si riesce ad avere qualche chiarimento in piu? Poi acido acetico o aceto da tavola? grazie