Che cos’è l’acqua virtuale?

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Il concetto di acqua virtuale (o acqua nascosta o impronta idrica) è stato coniato dagli scienziati per indicare il volume totale di acqua necessaria per i cicli industriali che portano alla produzione di un bene.

Le cifre sono strabilianti: per produrre una lattina di bibita gassata ne servono 200 litri (la maggior parte dei quali viene usata per la coltivazione e la raffinazione dello zucchero). Per un indumento medio, almeno 2900 litri. Per un paio di scarpe, circa 8000 litri. L’oro blu non soltanto si beve, ma si mangia e si indossa.

Nelle regioni più ricche del mondo il consumo di acqua virtuale è calcolato intorno ai 2000 litri giornalieri a persona, ma tenendo in considerazione soltanto il cibo. Una quantità spropositata, di fronte all’emergenza idrica che incombe sul nostro Pianeta, dove più di 900 milioni di persone soffrono la sete mentre il 12% della popolazione mondiale consuma più del 75% delle risorse idriche a disposizione.

La differenza abissale è determinata in primo luogo dall’enorme quantità di acqua che i paesi ricchi utilizzano in agricoltura (90%) e poi nella produzione di beni e alimenti. L’allevamento di bestiame per la produzione di richiede il maggiore dispendio di acqua in assoluto: per una bistecca servono 15.000 litri. Per un caffelatte servono 200 litri di acqua.

Si stima che intorno al 2030, se il consumo aumenterà con i ritmi odierni, la disponibilità di acqua sarà inferiore del 40% rispetto alla richiesta. Da tempo è iniziata la corsa al nuovo oro blu, mentre esse dovrebbe essere un bene primario di cui tutti godono equamente.

I governi sono sempre più attenti all’idropolitica, dal 1950 al 2000 sono nati quasi duemila conflitti per le risorse idriche. E questo sarà sicuramente un grande tema nella politica internazionale dei prossimi anni. Anche molti paesi europei, tra cui il nostro, insieme a Belgio, Spagna, Cipro e Malta, per i prossimi decenni intravvedono una crisi idrica.

Un testo molto interessante in proposito è Geopolitica dell’acqua. La corsa all’oro del nuovo millennio, di Giancarlo Elia Valori, per i tipi di Rizzoli. Un testo che mira a risvegliare le coscienze su un problema spinoso e cruciale. Una delle soluzioni delineate potrebbe essere la creazione di una Borsa dell’acqua o di un’autorità internazionale nell’ambito delle Nazioni Unite che affronti la questione della gestione de i bacini transnazionali e delle aree siberiane e artiche.


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