Inquinamento indoor: il problema delle aule scolastiche

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La problematica della qualità dell’aria nei centri urbani è ben notta alla maggior parte delle persone, che abbiamo ormai estrema familiarità con a termini tipo “polveri sottili”, “ozono” e “monossido di carbonio”. Ma, come abbiamo già sottolineato, siamo molto meno consapevoli dell’importanza della qualità dell’aria negli ambienti chiusi, nei quali viviamo anche l’80% del nostro tempo ogni giorno e che spesso contengono sorgenti di inquinanti insospettati.

Tra gli ambienti indoor, sono risultate particolarmente inquinate le aule scolastiche: lo rileva uno studio condotto a livello europeo e anche nel nostro paese. Polveri sottili, formaldeide, ma anche acari e troppa anidride carbonica mettono a dura prova il naso e i bronchi degli studenti. Secondo lo studio, nelle aule delle nostre scuole sono in media il doppio di quelle presenti negli ambienti esterni, mentre la formaldeide (un gas nocivo emesso dagli arredi non fabbricati secondo le normative ora vigenti) è addirittura il quadruplo.

Il 20% degli studenti soffre di asma e di allergie di vario genere e la cattiva qualità dell’aria nelle scuole può sicuramente favorire l’acutizzazione delle patologie in ragazzi già sensibili. Queste sono le linee guida del Ministero della Salute: favorire il ricambio d’aria, eliminare la polvere con panni umidi tutti i giorni, appendere i cappotti all’esterno dell’aula e assicurare una corretta manutenzione degli impianti di riscaldamento e condizionamento.


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