Che cos’è la tecnica agricola del Waru Waru

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Per una sperimentazione scientifica, a partire dal 1984 oltre 4000 ettari di terreno situati sulle rive del lago Titicaca (tra Bolivia e Perú) sono stati coltivati riesumando una tecnica agricola vecchia di almeno 2300 anni, sviluppata dai Quechua prima della nascita dell’impero Inca. Questa tecnica è chiamata con il nome indigeno di waru waru (oppure waru warn o, in castigliano, camellones). Per comprenderla è necessario premettere che intorno al grande lago, estese zone sono periodicamente soggette a inondazioni e successiva erosione e impoverimento del terreno a causa delle rilevanti variazioni stagionali del livello delle acque del lago.

Il waru waru consiste nella realizzazione di una serie di terrapieni separati da canali idrici sul terreno pianeggiante che circonda il lago. In altri termini, si creano delle aree di terreno coltivabile più elevate utilizzando la terra scavata da suoli vicini. Le aree elevate saranno sempre coltivabili e mai sommerse perché l’acqua debordante dal fiume non riesce a raggiungerle e a eroderle. I canali rimangono invece pieni di acqua, derivata dalle precipitazioni, dalla falda freatica oppure dal vicino fiume. In questo modo, da un lato si assicura la costante irrigazione dei terreni durante la stagione secca, dall’altra se ne impedisce il congelamento durante l’inverno grazie alla mitigazione della temperatura portata dall’umidità (da 1 a 2° C). Nei primi 15 anni in cui è stata applicata, l’antica tecnica ha di fatto consentito di triplicare i raccolti a costi irrisori.


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