Parcheggio e cassonetti dell’immondizia: un conflitto irrisolvibile?

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In alcuni casi, per riuscire a buttare l’immondizia bisognerebbe essere campioni olimpici di salto con l’asta! Un problema apparentemente senza soluzione in molte delle nostre città, dove i cassonetti sono circondati, se non addirittura assediati dalle auto parcheggiate (a volte anche in doppia fila) dal lato della strada e dai motorini sul lato del marciapiede.

Si calcola che il 30% delle 6000 multe emesse ogni anno a Roma sia proprio per sosta davanti ai cassonetti: un’infrazione che avviene soprattutto di notte, quando il “disturbo” per i concittadini sembra essere minore. Ma bisogna pensare che i turni di raccolta dei rifiuti partono all’alba e, quindi, in questi casi i camion della nettezza urbana non riescono a svuotare il cassonetto “blindato” dalle auto in sosta.

I cassonetti sono disposti in apposite aree definite a seconda della densità urbana in collaborazione tra Vigili Urbani, Municipio e la società che si occupa dello smaltimento dei rifiuti. E quegli spazi sono delimitati da strisce gialle, ma non è insolito che, pur di parcheggiare, qualcuno spinga i cassonetti per spostarli altrove. Anche se ormai non sono più muniti di ruote, l’automobilista stremato dall’infruttuosa ricerca del parcheggio, in alcuni casi dimostra di avere forza bruta e muscoli incredibili. Nei casi peggiori finisce per rovesciari o per metterli dove proprio non dovrebbero stare, per esempio sul marciapiede o sulla fermata dell’autobus. Con un alto tasso di rischio per gli altri automobilisti e motociclisti che, nel corso dello spostamento, possono ritrovarsi un cassonetto in mezzo alla carreggiata, come è già successo più volte.

In genere, i cittadini possono segnalare alla società che si occupa della raccolta dei rifiuti lo spostamento dei cassonetti, e nel giro di un paio di giorni vengono riposizionati dove dovrebbero stare. Le aziende che si occupano della raccolta hanno visto succedere cose ancora più strane, come la rimozione dei cassonetti per evitare di averli immortalati sulle foto di matrimonio. E pensare che basterebbe una telefonata al numero verde per ottenerne gratuitamente lo spostamento.

Al di là della scomodità per chi vuole conferire l’immondizia, parcheggiare intorno alle aree gialle provoca come minimo un ingorgo del traffico. E poi c’è anche il danno derivante dalla mancata raccolta: per esempio, se a Roma per ogni camion tutti i giorni la raccolta è impossibile per soli due cassonetti, nel giro di un anno si perde l’equivalente di 9000 camion non caricati. E se anche il cassonetto assediato, come si fa di solito, viene nuovamente raggiunto e svuotato a fine turno, il pagamento degli straordinari per il personale, andrà a gravare sulle spalle della collettività.

Certo, parcheggiare vicino ai cassonetti può sembrare un male minore (è pur sempre meglio che scegliere le strisce pedonali!); ma non c’è davvero modo di essere degli automobilisti civili?


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