Numero Zero: primo esempio di cohousing a Torino

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Il co-housing, l’abitazione partecipata è una realtà anche a Torino, precisamente nel quartiere più multietnico del capoluogo piemontese, Porta Palazzo, zona pittoresca e problematica, da sempre famosa per il suo grande mercato di strada.

Numero Zero (di cui vedete una foto quando ancora erano in corso i lavori di ristrutturazione) è un condominio in cui ogni nucleo familiare ha il suo appartamento ma condivide spazi comuni, apribili anche al quartiere: un locale che ospita un micronido, un laboratorio per il bricolage, un terrazzo e un piccolo spazio verde.

Tutto è nato quando alcuni membri dell’associazione CoAbitare hanno fondato la cooperativa Numero Zero, un progetto pilota di co-housing che riguarda 15 persone suddivise in 8 nuclei familiari di single e famiglie più o meno giovani. Dopo anni di riunioni e di messa in comune di tempo e competenze, la casa è stata ristrutturata in base ai più moderni criteri di efficienza energetica (cappotto termico, riscaldamento a pavimento, uso di solare termico) con dimezzamento della spese per sanitari e impianti di vario tipo grazie all’acquisto comune.

Il co-housing come soluzione per una vita sostenibile nelle città?

Sempre più persone nel mondo scelgono di percorrere la strada del co-housing, sia per limitare le spese legate alla casa che per diminuire l’impatto ambientale. Il co-housing combina infatti la tradizionale vita di quartiere e la proprietà privata con la condivisione di alcune strutture, come giardini e cortili, oltre che locali comunitari dove ci si può riunire per giocare, cucinare e svolgere altre attività in comune.

Un po’ come avviene ancora nei piccoli centri urbani, dove tra vicini ci si dà una mano nel sorvegliare i bambini o gli anziani, ci si presta senza problemi una vanga o mezzo litro di latte in caso di emergenza. Nelle città tutto questo è piuttosto raro da incontrare, a meno che non si decida di fare uno sforzo in proposito: ovviamente, nelle metropoli esiste il concetto di condominio, ma il cohousing è un modello di abitazione più collaborativa, è uno stile di vita volto a incoraggiare l’interazione sociale e l’investimento nel bene comune.

Oltre all’importante funzione del “mutuo soccorso”, questo tipo di abitazione fornisce molti spunti per una vita più sostenibile dal punto di vista ambientale. Il cohousing favorisce infatti:
* la riqualificazione di case d’epoca o di complessi abbandonati con appartamenti più piccoli ed efficienti dal punto di vista ambientale, (sia perché ben isolati che perché alimentati con fonti di energia rinnovabile),
* la possibilità di condividere l’uso di veicoli (car sharing),
* l’acquisto di cibi e beni all’ingrosso oppure direttamente dal produttore (specie nei periodi di sovrapproduzione),
* l’uso di elettrodomestici in comune per dividere consumo di energia, costi di manutenzione e sfruttare a pieno regime macchinari spesso fermi, oltre a fare quattro chiacchiere nella sala d’attesa.

Diversi libri sono disponibili per approfondire l’argomento o conoscere le esperienze già realizzate.


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