Biopiscine: natura e risparmio per il proprio specchio d’acqua personale

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La piscina è un optional per gli immobili delle persone benestanti, questo è l’assunto più ricorrente riguardo a queste strutture. Sicuramente è vero poiché installare una piscina richiede innanzitutto una proprietà privata con un certo spazio e una non modestissima capacità di investimento. Poi c’è tutta una serie di costi accessori che rendono una piscina standard (interrata in cemento) una spesa ingente e costante. Per così dire: lo svantaggio di possedere una piscina. Volendo riassumere il ventaglio dei “contro” rispetto all’installazione di una piscina privata, ecco:

  • scavo profondo per la vasca interrata in cemento;
  • installazione degli impianti di filtraggio e del vano motori più conseguenti costi di manutenzione;
  • pulizia e disinfezione delle acqua attraverso l’utilizzo di sostanze chimiche;
  • manutenzioni periodiche di vario genere come la chiusura invernale e la riapertura estiva;
  • costi per il ricambio dell’acqua.

È evidente che le piscine tradizionali non solo sono un plus di un certo livello per la propria abitazione, ma anche una spesa che nel tempo si fa piuttosto onerosa. Esiste però un’alternativa meno dispendiosa ed ecosostenibile: la biopiscina.

Che cos’è una biopiscina

La biopiscina è una struttura artificiale che si ispira agli ecosistemi acquatici naturali come i laghi. Per la sua costruzione vengono impiegati materiali naturali, per l’allestimento si preferiscono piante di vario genere, come alghe e piante palustri di vario genere. Questo insieme di elementi vanno a creare un habitat armonioso che non impatta sull’ambiente e si autoregola seguendo un ritmo naturale.

Come funziona una biopiscina

biopiscina

Il principio alla base è quello della fitodepurazione, il filtraggio delle acque che in natura avviene in modo spontaneo e che in queste strutture viene riprodotto in modo artificiale, ma senza l’ausilio di sostanze chimiche. Quindi da questo tipo di piscine sono banditi cloro e cemento.

Ogni elemento di una biopiscina serve a un preciso scopo: vi sono microrganismi che filtrano le sostanze inquinanti, altri che si occupano delle sostanze intorbidanti e altri ancora che favoriscono l’ossigenazione dell’acqua. Le piante acquatiche, adatte per la zona climatica ove è posta la piscina, fanno da casa per tutti questi organismi che popolano la biopiscina e ne garantiscono la balneabilità, che è la medesima di una piscina standard.

La fitodepurazione quindi può avvenire grazie al filtraggio attraverso sabbia e ghiaia o l’utilizzo di altre sostanze minerali, il tutto catalizzato da una pompa d’acqua meccanica, ma senza la necessità di installare un ingombrante vano motori.

Le caratteristiche di una biopiscina

Generalmente una biopiscina, conosciuta anche con il nome di piscina biologica, copre una superficie di circa 35 metri quadrati per una profondità che varia da 1 a 3 metri. A parte queste misure approssimative risulta difficile descrivere un prototipo di biopiscina visto che le variabili sono potenzialmente infinite. Si tratta infatti di veri e propri progetti di biodesign che considerano una moltitudine di elementi. È la stessa struttura a contribuire al processo di fitodepurazione e al funzionamento stesso della biopiscina. Rosse, cascatelle e rivoli artificiali, ad esempio, contribuiscono all’ossigenazione dell’acqua. Quindi abbiamo vasti margini di personalizzazione, ma ogni variante deve tener conto della funzione che va ad assolvere e del principio a cui si rifà: l’armonizzazione con l’ambiente circostante.

Per un risultato ancor più ottimale, le biopiscine sono divise in due vasche: una vasca di balneazione ed una vasca adibita al filtraggio. È inoltre possibile aggiungere anche una terza vasca, quella di rigenerazione, la quale permette all’acqua di riscaldarsi naturalmente a contatto con dei ciottoli appositamente predisposti.

Costi e vantaggi

Uno dei vantaggi primari di una biopiscina riguarda le autorizzazioni alla costruzione. Ricordiamo infatti che una piscina bio può essere costruita con materiali totalmente smaltibili, a patto che se ne occupino professionisti del settore.

Solitamente le certificazioni sufficienti sono la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) o la DIA (Dichiarazione Inizio Attività), con presentazione annessa del progetto in questione. Ovviamente ci sono le varie peculiarità burocratiche del territorio da considerare: piano regolatore, regolamento edilizio, ordinanze specifiche. In ogni caso le ditte professionali non procedono mai alla messa in opera senza la garanzia che ogni aspetto burocratico sia stato doverosamente soddisfatto. Altro vantaggio è rappresentato dai costi, che generalmente riducono della metà le spese per una struttura classica.

Come abbiamo visto la manutenzione è la voce di spesa più importante ad essere fortemente ridotta. Le acque si gestiscono da sole così come tutto l’impianto, anche durante il periodo invernale. La piscina non ha bisogno di cloro o di regolatori chimici per il ph e la trasparenza dell’acqua.

Infine tutti i materiali utilizzati impattano poco sull’ambiente e anche sull’uomo, infatti non vi è alcuna presenza di sostanze aggressive per il derma. La piscina naturale è bella da vedere perché si integra armoniosamente nel giardino e lo completa, non utilizza prodotti chimici e non altera il paesaggio. Insomma, una soluzione perfetta per chi è alla ricerca di un optional di lusso, ma votato al risparmio e al rispetto dell’ambiente


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