Idroponica semplice ed efficace: qualche regola per i principianti

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L’idroponica, ovvero la coltivazione di piante su un substrato diverso dal terriccio, consente a chiunque di operare con successo. Quasi tutte le piante si prestano a tale fine, ma le più adatte sono quelli le con foglie larghe.

Il “terreno” deve essere costituito da un materiale inorganico privo di calcare: i più diffusi sono sabbia, ghiaia, roccia vulcanica di basalto, lana minerale o argilla espansa. Questo substrato assorbe l’umidità e la restituisce quando necessario, senza rischi di ristagno e di marciume delle radici. Questo significa anche che l’annaffiatura delle piante deve essere meno frequente e regolare di quanto avviene in un giardino normale.

I vasi per l’idroponica devono essere impermeabili all’acqua: meglio quelli in materiali naturali, come metallo e ceramica, che quelli in plastica (dannosa per l’ambiente). Volendo è possibile installare un indicatore del livello dell’acqua che deve essere a filo con il fondo del vaso interno e presentare i livelli di minimo e dii massimo.

Le piante più piccole necessitano di un ulteriore sistema di vasetti interni, quelle più grandi possono farne a meno.

Tra le più popolari per la coltura idroponica ci sono palme, orchidee, felci, viti, rampicanti e cactus. I semi vanno inseriti nel substrato senza coprirli troppo. Devono essere tenuti sempre leggermente umidi, ma mai troppo bagnati. Quando spuntano le prime foglie le piante possono essere trapiantati in un vaso con un substrato più grossolano, ad esempio con argilla espansa di grana media (da quattro a otto millimetri di diametro). Questo è un punto importante: le piante di una coltura idroponica devono essere rinvasate regolarmente se sono diventate troppo grandi. Per farlo bisogna rimuovere con attenzione i residui di substrato dalle radici, preparare un substrato nel nuovo vaso, posizionarvi sopra la pianta, coprire delicatamente le radici, agitare leggermente il contenitore in modo che il substrato si diffonda in maniera uniforme e innaffiare.

Una o due volte alla settimana bisognerebbe controllare il livello dell’acqua, ma senza eccedere nell’annaffiatura: anche se l’indicatore dell’acqua ha raggiunto il minimo, conviene aspettare uno o due giorni prima di reintegrare l’acqua.

La concimazione regolare è essenziale per l’idroponica, ma non deve essere effettuata mediante i fertilizzanti convenzionali, bensì con soluzioni nutritive che contengono tutti i nutrienti e i sali in una soluzione acquosa (di solito vendute sotto forma di compresse che si dissolvono nel liquido). I fertilizzanti “a lungo termine” possono essere efficaci per 3-4 mesi.

Per saperne di più: Che cos’è l’acquaponica?


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