Raccogliere legna nei boschi pubblici? È un reato!

Di
legna nel bosco

È sempre più frequente sentire parlare di furti di legname dai boschi, anche per via delle crescenti difficoltà economiche che creano in molte famiglie la necessità di procurarsi materiale da ardere per il riscaldamento o per il caminetto.

Ben lo sa il Corpo Forestale dello Stato, che deve controllare anche questo aspetto della vita pubblica. Il legno trovato nei boschi non è di tutti in senso lato, anche se è un bene di tutti il patrimonio naturalistico.

Leggi e regolamenti per la tutela dei boschi

La legge è concepita per tutelare il bosco che, contrariamente a quanto credono in molti non ha bisogno di essere “pulito” in senso antropico: la presenza di legno morto costituisce un vantaggio per il suolo, perché ne migliora la fertilità ed è importante per la creazione di nicchie ecologiche fondamentali per la biodiversità. Tagliare alberi senza rispettare la legge significa far venire meno questa doverosa protezione di un territorio che serve all’uomo nella sua integrità. Tagliare legna abusivamente può causare danni all’ambiente e al paesaggio, e in alcuni casi può anche causare dissesto idrogeologico. In Italia, ci sono due articoli del codice penale (624 e 625) che trattano del furto e del furto aggravato che si possono configurare nei casi più gravi.

Ovviamente, si distinguono vari livelli nel fenomeno del furto di legna: c’è la persona di campagna che abbatte qualche pianta o arbusto per utilizzo domestico, ma c’è anche chi fa un vero e proprio commercio illegale di biomassa con prelievo di materiale legnoso sia da foreste pubbliche che private. Se la legna viene rubata per essere rivenduta può configurarsi anche il reato di ricettazione.

Il codice penale prevede severe punizioni (multa e condanna) per chi viene colto in flagrante: si configurano infatti i reati di furto e furto aggravato (a carico di proprietà pubbliche). Visto l’aumentare del fenomeno, il Corpo Forestale dello Stato ha intensificato il controllo sul territorio mediante un’opera di pattugliamento e, là dove esistono boschi di particolare pregio, sono anche stati messi in opera sistemi di videosorveglianza nascosta tra le fronde.

Per sapere se stiamo commettendo un reato, dobbiamo prima capire come la legge definisce un bosco, che secondo il DLgs n. 42 del 2004, è “qualsiasi terreno coperto da vegetazione forestale arborea con un limite spaziale non inferiore a 200 mq“.

Come raccogliere legna in modo legale

Come deve perciò comportarsi chi vuole fare legna per piccoli usi domestici, come forno a legna, stufa o barbecue? Deve chiedere autorizzazione all’eventuale proprietario. Inoltre, deve rispettare le norme di legge, che esistono a livello regionale e non nazionale. Per i piccoli tagli, quasi ogni regione ha una normativa semplificata, mentre per i grandi tagli occorre seguire procedure più complesse. Ecco ad esempio le regole per il taglio del bosco in Lombardia.

Pertanto, è importante conoscere le leggi e le regole locali prima di raccogliere legna nei boschi pubblici per evitare di commettere un reato e di causare danni all’ambiente.

2 commenti su “Raccogliere legna nei boschi pubblici? È un reato!”
  1. Sergio ha detto:

    Ciao Nicoletta.
    Non so se ti rendi conto della mole di castronerie che hai steso su questo sito, il 624 ed il 625 trattano il furto ed il furto aggravato, non il furto di legname! Evitiamo di tempestare di idiozie la gente, Grazie.

  2. Nicoletta ha detto:

    Grazie Sergio, ho corretto l’imprecisione sul furto aggravato. Visto che c’è una mole di altre “castronerie” e “idiozie”, ti sarò grata se vorrai illuminarci.


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