Come sarà riciclato l’acciaio derivante dalle demolizione della Costa Concordia

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Costa Concordia demolizioneUna volta giunta nel porto di Genova, inizieranno i lavori per lo smantellamento del relitto. Una vera e propria miniera di materie prime: ferro, acciaio soprattutto, ma anche rame (dei cavi elettrici), motori forse ancora recuperabili, mobili in legno e formica, cucine, banchi frigo, paratie, vetrate, arredi, sanitari e molto altro.

Per una nave da crociera come questa la quantità di metallo che si potrebbe ricavare è enorme, si stima tra le 40 e le 50 mila tonnellate, che sarà pagato intorno ai 260 euro la tonnellata, per un totale di 10-13,5 milioni di euro. Si tratta di acciaio di ottima qualità perché pulito, ovvero privo di plastica. I pezzi saranno caricati su camion e vagoni ferroviari e trasportati nelle acciaierie Duferco e Pasini, importanti aziende del bresciano. Qui il materiale sarà rifuso nei forni elettrici e se ne ricaveranno travi e tondini per l’edilizia, rotaie ferroviarie, piastre per navi, lamiere per la costruzione di veicoli, elettrodomestici, container e torri eoliche. E anche nuove navi!

E’ la prima volta che l’Italia si impegna in una operazione di demolizione di questo tipo: di solito questo tipo di lavoro è commissionato a paesi dove la manodopera costa pochissimo, come Bangladesh, Pakistan, Cina, Turchia. Ma potrebbe essere un buon inizio per iniziare a ritagliarsi una fetta di questo mercato anche da noi – soprattutto se l’Unione Europea attuerà qualche tipo di protezione dal punto di vista dei costi.


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