Lo stretto di Messina: ideale per produrre energia marina

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I vantaggi insiti nello sfruttamento delle correnti marine per la produzione di energia sono molteplici: in primo luogo, si tratta di una fonte di energia del tutto “predicibile”. A differenza di quanto avviene per l’energia eolica o la solare, che dipendono dalle condizioni meteorologiche, quando si produce energia marina è possibile sapere in anticipo quanti kiloWatt saranno prodotti in un determinato lasso di tempo.

Rispetto all’energia eolica, poi, la resa è molto maggiore: si pensi che ogni metro quadrato di acqua “mossa” alla velocità di 6 nodi (ovvero 3 metri al secondo) genera 3 kW di elettricità – quanto basta per un’abitazione media. Se tutte le correnti presenti nei mari europei fossero pienamente sfruttate, si potrebbero alimentare 25 milioni di case. Le zone più adatte nel bacino del Mediterraneo sono i Dardanelli, lo stretto di Gibilterra e lo stretto di Messina, anche se le correnti del Mare Nostrum non sono certo paragonabili per intensità a quelle fortissime nell’Atlantico, specialmente in prossimità della Scozia e dell’Irlanda.

Proprio nello Stretto tra Calabria e Sicilia, i ricercatori della facoltà di ingegneria dell’Università di Napoli stanno lavorando a un progetto di turbine marine costituite da filari di pale sottomarine che vengono fatte ruotare dalla corrente e accumulano l’energia in boe galleggianti (in questo modo le parti elettriche più delicate restano fuori dall’acqua e meno a contatto con la salsedine).

Le turbine possono anche essere sistemate in fiumi di grande portata, con il vantaggio di una corrente d’acqua in direzione costante, e non variabile ogni 6 ore per effetto delle maree.

Un altro impianto messo a punto dall’Università partenopea e battezzato “GEM l’aquilone del mare” cerca di risolvere il problema derivante dal fatto che le acque di mare sono necessariamente solcate da imbarcazioni: esso ha la forma di un siluro lungo circa 10 metri posizionato orizzontalmente e abbinato a due turbine con eliche dal diametro di 3 metri l’una. Viene posizionato sott’acqua a una profondità superiore a 10 metri, assicurando così il passaggio libero anche alle grosse navi da crociera. L’impianto è stato concepito per la Laguna Veneta, dove produrrà 25-30 kW. Se fosse posizionato nello stretto di Messina la produzione arriverebbe a oltre 100 kW (sufficienti per 33 nuclei familiari).


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